Delitto di Civitanova Marche, convalidato l’arresto di Ferlazzo: durante l’udienza nega il movente razziale

L'aggressione ad Alika Ogochukwu è durata circa quattro minuti. Lo si evince dai video delle telecamere di sorveglianza della zona dov'è avvenuto l'omicidio. Tutto è avvenuto molto velocemente, sotto gli occhi dei passanti, alcuni dei quali hanno ripreso la scena con lo smartphone.

Alika Ogorchukwu - Foto di Ansa Foto
Alika Ogorchukwu – Foto di Ansa Foto

È stato convalidato il fermo di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l’operaio trentaduenne che venerdì scorso ha pestato a morte l’ambulante nigeriano Alika Ogochukwu in strada, a Civitanova Marche.

Davanti al giudice per le indagini preliminari di Macerata Claudio Bonifazi, durante l’udienza di convalida al carcere ai Montecauto, il giovane ha “collaborato”, ha chiesto scusa ed ha chiarito che non ci sarebbe stata alcuna motivazione di tipo razziale. Lo ha reso noto la sua avvocata Roberta Bizzarri.

Ferlazzo è accusato di aver ucciso a colpi di stampella e a mani nude Alika Ogochukwu nel pieno centro di Civitanova. L’indagato aveva già chiesto scusa alla famiglia della vittima, che ha risposto di volere ottenere giustizia. Secondo la madre Ursula, Ferlazzo soffre di un disturbo bipolare e lei era stata nominata sua tutrice dal Tribunale di Salerno.

La dinamica dell’omicidio avvenuto davanti agli occhi dei passanti

L’aggressione ad Alika Ogochukwu è durata circa quattro minuti. Lo si evince dai video delle telecamere di sorveglianza della zona dov’è avvenuto l’omicidio. Tutto è avvenuto molto velocemente, sotto gli occhi dei passanti, alcuni dei quali hanno ripreso la scena con lo smartphone. Uno di questi video che adesso è al vaglio della polizia, ha chiarito il tragico epilogo della vicenda.

Tutto è iniziato vicino alla stazione ferroviaria. La vittima ha chiesto l’elemosina a una coppia, trattenendo “la donna per il braccio”, ha affermato la legale di Ferlazzo. Non ci sarebbero state avances, né elementi razzisti. Alika Ogochukwu sarebbe morto in “una situazione estemporanea dovuta a futili motivi e a una dichiarazione abnorme”, spiegano gli inquirenti.

L’ambulante si era allontanato, ma Ferlazzo lo ha inseguito lungo Corso Umberto I e dopo circa 200 metri lo ha raggiunto e colpito frontalmente con la stampella che il nigeriano utilizzava per muoversi da quando era rimasto vittima di un incidente grave.

Aggressione durata quattro minuti

Ferlazzo lo ha fatto cadere e bloccato per poi colpirlo ripetutamente a mani nude, fino alla morte. Nessuno intorno ha reagito, tanto che l’aggressore ha avuto il tempo di rialzarsi e recuperare le cose da terra, tra cui il cellulare della vittima. “L’ha scambiato per il suo”, ha affermato l’avvocata, che potrebbe chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito.

L’avvocato della famiglia della vittima: “Le scuse non bastano, serve giustizia e non vendetta”

Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. È difficile riuscire a comprendere quello che è successo”. Questo il commento della famiglia di Alika, affidato all’avvocato Francesco Mantella. “Se c’è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell’omicidio di Alika, serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche”, ha aggiunto l’avvocato Mantella. “Abbiamo piena fiducia nell’operato della Procura di Macerata.