
“Almeno per le politiche nazionali, dovremmo investire sulle aziende. Solo in questo caso avremo meno disoccupati”. Ai microfoni di iNews24, il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra sull’ultimo Rapporto annuale dell’Istat, che registra un numero triplicato di individui in povertà assoluta dal 2005 al 2021, anche tra i giovani. “Ci sono ragazzi di vent’anni che percepiscono 800 euro di rdc e decidono di non lavorare. È un problema anche di mentalità”. La Pietra inoltre, ribadisce la necessità, secondo FdI, di andare alle urne per risolvere le problematiche della maggioranza del Governo che “deve essere omogeneo, sia da un punto di vista culturale che di programmi”.
Su reddito di cittadinanza e salario minimo Giuseppe Conte attende una risposta da Mario Draghi. È a rischio, secondo lei, la tenuta del Governo?
“Intanto è chiaro che con il Movimento 5 Stelle abbiamo una visione di economia del Paese abbastanza diversa. Il reddito di cittadinanza, così com’è impostato non va bene, perché era nato per creare nuovi posti di lavoro e non aveva a nulla a che fare con il dare aiuti alle famiglie. Noi non contestiamo gli aiuti a chi ha difficoltà a lavorare, ma questa è una cosa diversa rispetto al concetto del reddito di cittadinanza. Allo stesso modo, non si può imporre il salario minimo se non ci sono delle riforme tali da permettere alle aziende di restare competitive. Mi sembra che la linea delle politiche del Movimento 5 Stelle, nella maggioranza, non sia più condivisa come prima. La crisi di Governo? Non lo so, forse ci sarà”;
Non è convinto?
“Credo che da ultimo, pur di continuare a “sedere sulla poltrona” troveranno un accordo. Ma comunque sia, con i numeri attuali dei 5 Stelle dopo la scissione, credo che sia più un’operazione per garantire la maggioranza a questo Governo”;
Senatore, secondo il Rapporto annuale dell’Istat, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, anche tra i giovani.
“Il problema della povertà deriva da una situazione prima internazionale e poi nazionale contingente per quanto riguarda l’economia, perché aumenta quando c’è meno lavoro e meno possibilità di sviluppo. Ciò significa che almeno per le politiche nazionali, dovremmo investire sulle aziende. Solo in questo caso avremo meno disoccupati. Poi è chiaro che c’è una situazione anche internazionale che influisce e dobbiamo intervenire con politiche di sostegno che aiutino chi ha bisogno e soprattutto chi non può lavorare. Noi non possiamo continuare con la demagogia del reddito di cittadinanza. Ci sono ragazzi di vent’anni che percepiscono 800 euro di rdc e decidono di non lavorare. È un problema anche di mentalità. Sicuramente ci sono problemi anche nell’organizzazione del lavoro e per questo dobbiamo diminuire il cuneo fiscale e permettere alle aziende di assumere pagando meno tasse. Se non andiamo in questa direzione non risolveremo il problema della povertà”;
Enrico Letta ha smentito l’ipotesi di un Draghi bis ed ha affermato che al Paese serve un governo stabile.
“Mi sembra un ulteriore “attenti al lupo”, un avvertimento: se il Governo cade andiamo tutti a casa. Letta sa benissimo che la maggior parte dei parlamentari non vedono di buon occhio l’idea di andare tutti a casa”;
Si dibatte anche sullo Ius Scholae e la cannabis. In questo caso è la Lega ad essere contraria ai due provvedimenti.
“Sono due argomenti sicuramente non prioritari per le emergenze del Paese in questo momento. Ci sono temi diversi e più importanti. Credo che anche queste siano cose che il centrosinistra ha gettato sul tavolo politico semplicemente perché non ha argomenti per risolvere le tante problematiche che purtroppo affliggono le nostre aziende e le nostre famiglie. Detto questo, l’Italia è uno dei Paesi che dà più cittadinanze in Europa. Mi sembra che negli ultimi dieci anni siano state date più di un milione e mezzo di nuove cittadinanze, a dimostrazione che il sistema italiano è serio e funziona”;
Lo Ius Scholae però, intende dare la cittadinanza agli studenti.
“Si parla di dare la cittadinanza a ragazzi che frequentano un primo ciclo scolastico di cinque anni, mentre ci sono migliaia di figli e nipoti di nostri connazionali all’estero che non riescono ad averla. Allora se dobbiamo facilitare il percorso della cittadinanza dobbiamo partire proprio da qui. È un paradosso che sicuramente va corretto”;
Giorgia Meloni ha ribadito che questa situazione politica richiede un ritorno alle urne.
“Non è una novità. Abbiamo sempre sostenuto che l’Italia, prima con la pandemia e ora con la crisi ucraina, debba avere un governo legittimato dal voto popolare. E a parte questo, un governo deve essere omogeneo, sia dal punto di vista culturale che di programmi. Questo governo delle larghe intese, tutte le volte deve mettere insieme posizioni diverse. Il risultato è che ogni volta che arriva un provvedimento in Aula, va data la fiducia. E non perché abbiano paura dell’opposizione, ma perché il problema è interno alla maggioranza stessa. Purtroppo questo per l’Italia è un male, perché tutti i provvedimenti, anche se approvati dalla stragrande maggioranza del Parlamento, hanno trovato una mediazione a ribasso. Quindi non incidano effettivamente sui problemi che abbiamo. Serve un Governo che esca dalle urne, legittimato e forte”;