
Nessuna commemorazione pubblica è prevista in Cina oggi per l’anniversario della repressione di piazza Tenanmen a Pechino. Neppure a Hong Kong, dove la polizia ha avvisato che qualsiasi manifestazione sarebbe stata illegale.
La sicurezza è stata rafforzata oggi, sabato 4 giugno, intorno alla piazza e nel grande Victoria Park, dove un tempo le veglie al lume di candela riunivano migliaia di persone per l’occasione. Gran parte del parco è chiuso da ieri sera ed è pattugliato da molti agenti della polizia.
Piazza Tenanmen: cosa accadde il 4 giugno 1989
Il pretesto di quest’anno è la pandemia. Ma per trentatre anni Pechino ha fatto di tutto per cancellare la memoria del 4 giugno 1989, quando il regime comunista inviò i carri armati e le truppe per reprimere i manifestanti pacifici che avevano occupato per settimane la piazza chiedendo un cambiamento politico. La repressione del movimento causò centinaia di morti.
In Cina è stato sempre un tabù ricordare questo evento. A Hong Kong invece, fino al 2020 era possibile, fino a che Pechino ha imposta una legge sulla sicurezza nazionale nella regione semi-autonoma, per reprimere il dissenso dopo le proteste a favore della democrazia nel 2019. Da allora le autorità hanno fatto tutto il possibile per cancellare dalla memoria i fatti di Tienanmen.
L’anno scorso l’Alleanza di Hong Kong che organizzava le veglie è stata sciolta e il suo Museo del 4 giugno è stato chiuso, mentre i suoi leader sono stati arrestati. L’ex leader dell’Alleanza Lee Cheuk-yan ha annunciato che oggi avrebbe digiunato, acceso un fiammifero e cantato canzoni commemorative nella sua cella in carcere.