Niccolò Ciatti, il padre a iNews24: “Spero che vengano confermate le pene richieste. Andremo avanti fino a che non avremo giustizia”

"Credo che la giuria abbia accolto in pieno la figura di mio figlio e che da questo punto di vista che non ci saranno brutte sorprese", aggiunge Luigi Ciatti.

Niccolò Ciatti - Foto di Ansa Foto
Niccolò Ciatti – Foto di Ansa Foto

Ieri, lunedì 30 maggio è cominciato il processo al ceceno Rassoul Bissoultanov, presunto responsabile della morte di Niccolò Ciatti, ucciso nell’estate del 2017 in una discoteca a Lloret de Mar. Aveva 22 anni. La Procura spagnola ha chiesto 24 anni di carcere. Verrà valutata anche la posizione del presunto complice, Movsar Magomadod – accusato dai genitori di Niccolò e dall’associazione di categoria che rappresenta i locali notturni catalani – di aver partecipato all’omicidio.

Ieri hanno testimoniato il padre della vittima, Luigi Ciatti, e gli amici di Niccolò che erano in vacanza con lui in Spagna. Oggi invece, è stata la volta della madre Cinzia Azzolini. Ai nostri microfoni, Luigi Ciatti.

Cosa ha detto oggi sua moglie Cinzia in Tribunale?
Entrambi abbiamo raccontato chi era Niccolò. Era ragazzo che voleva pensare al suo futuro e alla sua vita. Amava la vita. Non andava in discoteca per fare a pugni, ma solo per divertirsi perché amava ballare e stare in compagnia”;

Qual è la sua sensazione adesso?
Credo che la giuria abbia accolto in pieno la figura di mio figlio e che da questo punto di vista che non ci saranno brutte sorprese. Spero che venga fatta giustizia e che questi assassini vengono tolti dalla strada”;

Cosa si aspetta?
Mi auguro che vengano confermate le pene richieste, 24 anni per Bissoultanov e 15 per Magomadod. Se così non dovesse essere faremo ricorso. Andremo avanti fino a che non verrà fatta giustizia”. 

Il video che mostrerebbe l’imputato dare un calcio a Niccolò, è stato già visionato?
Noi non potevamo entrare. So che il video è stato visionato più volte dal Tribunale e dai giudici. Credo che anche su quello non ci siano dubbi sulla volontarietà del ceceno”;

Ieri, quando lei e sua moglie avete visto Bissoultanov, gli avete urlato “assassino”…
Ieri mattina, quando è cominciato il processo, abbiamo visto per la prima volta gli assassini di Niccolò. Prima ci è passato accanto Bissoultanov, poi Magomadod. Sinceramente ci siamo sentiti di gridargli contro “assassini!”, perché sono liberi e tranquilli pur essendo responsabili della morte di Niccolò. Lo hanno ucciso con una cattiveria allucinante. Hanno agito per togliere la vita a nostro figlio e siamo arrabbiati”;

Come hanno reagito loro?
Con indifferenza totale. Si sono presentati al processo con la faccia da bravi ragazzi, ma quella non è la loro vera versione. Non hanno atteggiamenti di sfida, uno di loro è venuto con la madre e il fratellino. Ma sono degli assassini”;

Come si sta svolgendo il processo?
Ieri hanno testimoniato gli amici di Niccolò che erano in vacanza con lui quell’estate. Credo che il loro racconto sia stato determinante per far capire che tipo di ragazzo era mio figlio. Oggi hanno deposto i buttafuori, che hanno confermato l’aggressività e la cattiveria dei due ceceni. Hanno raccontato che erano stati aggressivi anche nei loro confronti e avrebbero voluto continuare a picchiare. Inoltre hanno ascoltato me e mia moglie Cinzia”;

Dopo la testimonianza di sua moglie, il giudice ha sospeso l’udienza. Perché?
Credo che al giudice siano bastate le nostre testimonianze e che abbia ritenuto non fosse il caso di ascoltare anche Sara, l’altra mia figlia, sorella di Niccolò. Abbiamo ricordato nostro figlio, i suoi obiettivi, i suoi sogni”;

Sta per riprendere l’udienza?
“Adesso stiamo ritornando in Aula. Parleranno i poliziotti che quella sera sono intervenuti ed hanno proceduto con gli arresti. Entro venerdì, se non ci saranno ritardi, dovrebbe arrivare la sentenza nei confronti dei ceceni. Ma non è, ovviamente, quella definitiva”;

Intanto in Italia il processo continua…
L’8 giugno si terrà una nuova udienza del processo italiano che andrà avanti, anche in questo caso, fino a sentenza definitiva. Il 18 maggio c’è stata la sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato l’atto con cui la Corte d’Assise di Roma scarcerò Bissoultanov. Ma lui non è in Italia”;

Anche nei confronti di Magomadov la Procura di Roma aveva chiesto e ottenuto una misura cautelare in carcere eseguita a Strasburgo. Ma la Francia ha negato l’estradizione ed è stato rimesso in libertà.
In realtà la Francia ha concesso l’estradizione, ma il giudice francese l’aveva sottoposto solo ad obbligo di firma. Lui, uscito dal carcere, è andato in Spagna perché sa che qui la sua posizione, con le indagini che sono state fatte, è leggera”.