La famiglia di Mino Raiola ha confermato la morte a causa di una malattia polmonare del noto agente calcistico nella giornata del 30 aprile. Solo pochi giorni prima, la notizia del decesso era stata subito smentita.
Mino Raiola aveva da diverso tempo dei problemi di salute che lo affliggevano. A gennaio 2022 si diffuse la notizia del suo ricovero all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove venne anche spostato in terapia intensiva. Il 28 aprile 2022 delle indiscrezioni riportavano che Mino Raiola versasse in condizioni gravissime, tanto che ne fu annunciata la morte.

Il direttore dell’Ospedale San Raffaele di Milano, il dott.Michele Zangrillo, ha smentito subito la notizia del decesso, ma non quella delle gravi condizioni di salute di Raiola. Un comunicato ufficiale divulgato sempre dalla famiglia di Mino, purtroppo, ne ha annunciato la morte il 30 aprile, poco dopo le quattro del pomeriggio.
Mino Raiola, ecco l’annuncio della famiglia dopo la morte
Nella nota diffusa dalla famiglia di Mino Raiola dopo la sua morte si legge: “Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. Ed ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza rendersene conto. Mino è stato parte delle vite di tanti calciatori ed ha scritto un capitolo indelebile della storia del calcio“.

La famiglia del defunto si è detta certa che il progetto di Mino Raiola, ovvero riuscire a rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori, sarà comunque portato avanti. Ha anche chiesto di rispettare la loro voglia di riservatezza in un momento così delicato come la morte di un loro caro.
La lenta ascesa del procuratore nell’olimpo del calcio moderno
Mino Raiola, nato nel 1967 a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, aveva trovato la sua fortuna professionale in Olanda, dove il padre si era trasferito. Secondo il suo racconto, riuscì a passare dal lavoro di cameriere a quello di procuratore, agente ed intermediario sportivo, grazie alla sua capacità di proporsi con i clienti del ristorante in cui lavorava.
Inizialmente lavorò soprattutto con i calciatori olandesi, riuscendo a portare Dennis Bergkamp all’Inter nel 1993. La sua popolarità crebbe enormemente quando Zlatan Ibrahimovic lo volle come suo agente: diventò il simbolo dei procuratori “strappa bandiere”, che fanno lasciare ai propri giocatori le squadre con più facilità.
È stato Mino Raiola a cambiare il calcio oppure ha solo colto un’evoluzione?
In realtà, come ricordato anche dalla famiglia di Mino Raiola nell’annuncio della sua morte il 30 di aprile, il procuratore si preoccupava solo di rendere i suoi assistiti felici e realizzati. Non era dunque lui ad aver cambiato il calcio, ma gli stessi sportivi del calcio moderno e globalizzato a privilegiare le scelte individuali a quelle di squadra.
Ecco il tweet che annuncia la morte di Mino Raiola:
— Mino Raiola (@MinoRaiola) April 30, 2022