
Il Movimento 5 Stelle non è d’accordo con “l’invio di aiuti militari” e con “controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio di difesa in base all’articolo 51 della Carta dei diritti dell’uomo”.
Lo ha affermato il leader dei pentastellati ed ex premier Giuseppe Conte in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano. “Il no all’escalation militare è la linea del Piave del Movimento 5 Stelle. Abbiamo chiesto al premier Draghi e al ministro della Difesa Guerini di riferire in Parlamento, in modo che ci sia la piena condivisione e possibilità di conoscere gli interventi programmatici del Governo”.
“Vogliamo che l’Italia sia protagonista di negoziati che portino a una soluzione equilibrata”
Nel caso di un eventuale voto in Aula, “voteremmo conseguentemente: vogliamo che l’Italia sia protagonista di negoziati che portino ad una soluzione politica equilibrata”.
Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte esclude che “altri partiti si dissocino dal diritto all’autodifesa, nessuno ha detto il contrario. Se qualcuno invece vuole promuovere un’escalation, chi lo vuole fare, Giorgia Meloni? Sta all’opposizione”, afferma.
L’ex premier aggiunge inoltre che il suo successore Mario Draghi “deve dirci quale linea e quale indirizzo fanno valere in sede internazionale”.
Allargamento del conflitto, “scenario da terza guerra mondiale”
L’allargamento del conflitto secondo l’avvocato Conte, comporterebbe “uno scenario da terza guerra mondiale, una follia. Un’eventuale controffensiva sarebbe un’altra prospettiva”. Ed aggiunge che “bisogna ragionare anche con Zelensky“.
Caso Petrocelli, Conte: “Grillini pronti a dimettersi da Commissione esteri”
Giuseppe Conte è intervenuto anche sul caso del senatore Guido Petrocelli, affermando che i senatori grillini sono pronti a dimettersi in massa dalla Commissione esteri per farlo rimuovere dalla presidenza: “Se non troveremo altra strada, ci arriveremo. Siamo disponibili ad ogni misura per garantire che lui non resti a presiedere. Ma non può essere una nostra iniziativa: dobbiamo deciderlo con gli altri partiti”. Nell’attesa, Petrocelli “verrà espulso dal gruppo del Senato, grazie a una modifica del regolamento”.