
Ai microfoni di iNews24, Massimo Galli, già direttore delle Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, sul nuovo decreto anti-Covid che verrà approvato nei prossimi giorni.
Nei prossimi giorni si riunirà la cabina di regia per approvare il nuovo decreto anti-Covid che entrerà in vigore il primo maggio. Le mascherine potrebbero restare obbligatorie negli uffici pubblici, sui trasporti e nei luoghi dello spettacolo.
“Vorrei girare la frittata e dire quello che non credo che in questo momento sia ancora opportuno. Per quanto riguarda le mascherine nei locali pubblici e soprattutto cinema, teatri e manifestazioni sportive, all’aperto e al chiuso, credo che non sia opportuno toglierle ancora per un periodo da definire. Perché si tratta non solo di limitare la diffusione dell’infezione”;
Cosa intende dire?
“Se il virus circola, ci si può infettare anche con la mascherina. Questo discorso vale soprattutto per i fragili che non rispondono o rispondono per un breve periodo al vaccino, che potrebbero, nei fatti, essere messi nella condizione di non frequentare più questi luoghi. Inoltre, essendoci ancora, in Italia, numerosi non vaccinati, togliendo la mascherina faciliteremmo la circolazione del virus”;
Consiglierebbe l’obbligo delle mascherine chirurgiche o Ffp2?
“La mascherina chirurgica, ricordiamolo, protegge gli altri da te. La mascherina Ffp2 protegge te dagli altri. Da questo punto di vista sarebbe una buona idea ricordare alle persone fragili che in determinate circostanze è meglio indossare le Ffp2. La mascherina non è un simbolo di libertà coartata, come qualcuno dice con leggerezza. Bensì, uno strumento di protezione individuale e per fortuna molti italiani l’hanno capito. Mi auguro che continuino ad usarla con intelligenza”;
Secondo lei l’uso delle mascherine da parte del personale dei ristoranti dovrebbe essere obbligatorio?
“Sui ristoranti è in corso una polemica un po’ sciocca: cioè che i camerieri sono costretti a portarla, mentre i clienti no. È ovvio che non è possibile mangiare con la mascherina. Ma i camerieri, indossando la mascherina, si proteggono. Risulta strano come qualcuno non sia stato in grado di capirlo”;
Sembra ormai confermata l’eliminazione del Green pass, ad eccezione delle strutture sanitarie.
“Sul discorso del Green pass rischia di esserci un condono sanitario per tutti quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, scelta che tra l’altro non è un esercizio della libertà, ma un disprezzo di quella degli altri. Il Green pass non è un fattore di limitazione insuperabile nel momento in cui lo si gestisca con la dovuta attenzione. Sarebbe necessaria più prudenza di quella che si vuole esercitare”;
Quindi, sulla base dell’andamento epidemiologico, è presto per ridurre le restrizioni?
“Noi registriamo molti meno casi di quelli reali. Negli ultimi ventotto giorni abbiamo registrato un milione e 700mila casi. C’è qualcosa che non va: certamente non registriamo tutti i casi. Lo sappiamo molto bene perché molte persone fanno il tampone a casa e non comunicano di essersi infettati”;
Gli ospedali non sono in emergenza…
“Per fortuna, rispetto al numero delle infezioni, la pressione ospedaliera regge. Ma dal punto di vista della diffusione la malattia è maggiore di quella che viene ufficialmente registrata. Questo, alla lunga, creerà qualche problema, perché se aumenta il numero degli infettati, un bel po’ di persone andrà lo stesso in ospedale. Questo implicherà un’ulteriore difficoltà nel rimettersi al passo per quanto riguarda l’assistenza a tutte le altre malattie. Questo è un grosso problema perché i pazienti non possono essere lasciati senza assistenza per un altro anno”;
Nelle ultime settimane c’è molta attenzione sull’epatite grave di origini sconosciute che colpisce i bambini. Qual è la sua opinione?
“Sento dire alcune cose che mi sembrano abbastanza azzardate. Per primo credo che potrebbe trattarsi di una forma virale che non so quanto sia rara in termini di diffusione, ma solo raramente comporta casi gravi. Credo che verrà fuori che è un virus più diffuso di quanto si pensi e che potrebbe avere manifestazioni più severe su una piccola minoranza di casi. Al momento però, ci sono pochi dati e questa è la mia ipotesi”;
Potrebbe essere legata al Covid?
“Dubito che ci sia di mezzo il Covid, altrimenti l’avremmo già saputo”;
E al vaccino?
“Non c’entra il vaccino, anche perché molti casi hanno riguardato bambini in età non vaccinabile. E aggiungo un quarto punto: questo accenno al fatto che, essendo rimasti a lungo a casa, i bambini potrebbero essersi indeboliti dal punto di vista immunitario, mi sembra un’affermazione azzardata. Non si può desumete che averli tenuti in casa abbia ridotto la capacità immunitaria, altrimenti avremmo avuto molti più bambini con questo problema”.