Epatite nei bambini, Di Perri a iNews24: “Il Covid non sembra essere la causa”

"Qualcuno di questi bambini non ha avuto il Covid, altri non erano vaccinati. La responsabilità del Covid non sembra omogenea. Bisogna avere più dati, ma da come scrivono il Sars-CoV-2 sembra non essere la causa", spiega l'infettivologo.

Giovanni Di Perri - Foto di Ansa Foto
Giovanni Di Perri – Foto di Ansa Foto

I casi di epatite acuta grave di origine sconosciuta, sono “molto inquietanti, francamente non sembra nulla di tipico”. Ai microfoni di iNews24, Giovanni Di Perri, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, spiega che i casi di epatite trovati in 60 bambini in due mesi, vanno osservati con attenzione: “Lo screening dei virus noti sono tutti negativi e in questo momento non c’è nessuna associazione col consumo di particolari alimenti. I casi sono geograficamente lontani, per cui non sembrano esserci nemmeno fattori in comune come, ad esempio, l’inquinamento di un acquedotto”. 

Il 14 aprile il Ministero della Salute ha inviato un’informativa alle Regioni sui casi di epatite acuta grave di origine sconosciuta che ha colpito diversi bambini tra i 2 e i 5 anni, prima in Scozia poi in Inghilterra.
Ci sono casi anche in Spagna e in Irlanda. Ho letto i dispacci ufficiali degli enti di salute, dall’Iss a quello britannico. Di fatto questi casi non sembrano legati tra loro da una catena epidemiologica”;

Da cosa potrebbe essere causata questa epatite?
Le indagini fatte al momento sembrano escludere, ad esempio, un agente per via alimentare. Nel 70% dei casi è stato isolato l’adenovirus 41, che però è associato a banali infezioni che possono anche interessare il tratto gastroenterico sotto forma di diarrea. Epatiti di questa gravità non sono attribuite, in genere, all’adenovirus 41”;

Dobbiamo preoccuparci?
In questo momento è difficile capire di cosa si tratta. Il fatto che interessi i bambini e non gli adulti potrebbe riguardare l’assenza di una precedente memoria immunitaria maturata nella vita. Però questo non basta e non sembra trattarsi di bambini immunodepressi. È molto inquietante. Gli stessi dispacci non vanno oltre quello che dico, quindi in questa fase, formulare un’ipotesi è molto azzardato. È chiaro che il problema è da osservare molto attentamente. Sono certo che in Inghilterra stiano facendo tutti i rilievi necessari anche di microscopia elettronica sulle feci e una serie di caratterizzazione dei campioni”;

In alcuni casi è stato necessario il trapianto di fegato.
Sì. La cosa è inquietante, francamente non sembra nulla di tipico. Lo screening dei virus noti sono tutti negativi e in questo momento non c’è nessuna associazione col consumo di particolari alimenti. I casi sono geograficamente lontani, per cui non sembrano esserci nemmeno fattori in comune come, ad esempio, l’inquinamento di un acquedotto”;

È possibile che questa epatite sia legata al long-Covid o alla vaccinazione?
No. Qualcuno di questi bambini non ha avuto il Covid, altri non erano vaccinati. La responsabilità del Covid non sembra omogenea. Bisogna avere più dati, ma da come scrivono il Sars-CoV-2 sembra non essere la causa. Così come pare che l’adenovirus 41 non c’entri nulla, perché non l’hanno trovato in tutti i casi. Ci sono dati scarsi e non orientanti verso un’unica direzione. Siamo in alto mare e la cosa mi preoccupa, vista la gravità che può assumere”;

L’emergenza sanitaria è terminata, ma il Covid non è andato via.
La situazione è di apparente equilibrio con molti casi ma con una ridotta ricaduta sugli ospedali. Il virus adesso è meno capace di determinare malattia e la nostra popolazione è largamente immunizzata. Quello che è accaduto è che da Natale ad oggi abbiamo avuto più del doppio dei casi avvenuti prima, a causa dell’elevatissima trasmissibilità di Omicron e delle sue sottovarianti. La popolazione è stata contagiata in massa. In questo momento, credo che buona parte dell’equilibrio apparente in atto sia dovuto alle recenti infezioni”;

Come potrebbe evolversi la situazione?
Come sarà, è difficile dirlo. È verosimile che l’immunità tenderà a ridursi nella capacità di evitare l’infezione. Resterà molto più a lungo invece, la capacità di evitare la malattia grave. Ma il processo di immunizzazione sta continuando perché ci sono centinaia di migliaia di infezioni al giorno. Si dovrà programmare il prossimo autunno”;

Si riferisce alle quarte dosi?
Mi riferisco alle quarte dosi, ma si dovrà anche capire se arriverà un vaccino aggiornato alle varianti. E se verrà fatto uno sforzo, già da ora, di vaccinare di più in età scolastica”;

È plausibile che prima o poi le quarte dosi verranno somministrate a tutta la popolazione?
Credo che questo sia una delle probabili strade che il Ministero potrebbe decidere di intraprendere. Se non ci sarà un vaccino aggiornato, sarà utile. Ma da un punto di vista evoluzionistico, il virus continuerà ad essere meno virulento”.