
“Gli occupanti preparano una nuova fase di terrore. Uno dei loro portavoce ha affermato che potrebbero usare armi chimiche contro i difensori di Mariupol”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio. Il suo discorso arriva quasi in contemporanea con la denuncia del battaglione nazionalista ucraino Azov su Telegram: “Gli occupanti russi hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta diffusa da un drone contro militari e civili ucraini a Mariupol”.
Comincia la battaglia decisiva in Donbass
Sul fronte, è cominciata la battaglia che in molti credono possa essere decisiva in Donbass. Le truppe russe si stanno concentrando nell’area orientale per assumere il pieno controllo delle province di Donetsk e Lugansk. Sull’area costiera, Mariupol resta sotto assedio. Lì, secondo Zelensky, i morti sarebbero “decine di migliaia” e 33mila abitanti sarebbero stati “deportati” in Russia.
Cosa è emerso da incontro Putin-Nehammer
Intanto ieri si è tenuto “un incontro molto aperto, diretto e soprattutto duro” quello tra il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e il cancelliere austriaco Karl Nehammer, durato poco più di un’ora, durante il quale, a detta del leader di Vienna, “Putin diffida della comunità e del diritto internazionale. Si prepara un attacco brutale e massiccio” nell’Est e nel Sud dell’Ucraina.
Il conflitto tra Mosca e Kiev diventa sempre più duro sul campo, mentre dal punto di vista diplomatico sembrano lontani gli accordi. Il colloquio di ieri è stato il primo a Mosca di un capo di Governo dell’Ue ma non è servito a far fare un passo indietro a Putin.
Putin a Nehammer: Bucha e Kromatorsk, “provocazioni e messinscena degli ucraini”
Durante l’incontro tra i due leader, i crimini commessi dall’esercito russo a Bucha e a Kromatorsk, sarebbero stati oggetto di “una seria discussione”, nella quale però il leader del Cremlino avrebbe espresso ancora una volta la posizione ribadita dal suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov: “Provocazioni e messinscena oltraggiose degli ucraini”.
Nehammer avrebbe sottolineato anche la necessità di attivare dei corridoi umanitari per rifornire di acqua potabile e cibo le città sotto assedio e lasciare che donne, anziani e bambini siano portati via: “Finché continueranno a morire civili, le sanzioni saranno mantenute e, anzi, inasprite”. Secondo il cancelliere austriaco è importante un “confronto diretto col presidente Putin”, e ha ha detto anche alla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Putin: cessate il fuoco possibile solo dopo la redazione di un documento concreto approvato
Dal colloquio è anche emerso che Putin avrebbe ancora “fiducia nel processo di Istanbul come unico formato possibile per un confronto tra russi e ucraini”. Ma, come Lavrov ha affermato, la Russia non porrà fine a questa “operazione militare speciale” né prima né durante i prossimi giri di negoziati, perché a suo dire all’inizio la Russia era favorevole al cessate il fuoco ma gli ucraini “mostravano di non voler ricambiare”. Il cessate il fuoco da parte di Mosca ci sarà quando verrà redatto un documento concreto approvato come base per un incontro faccia a faccia tra Putin e Zelensky, presidente dell’Ucraina.
La posizione dell’Ucraina
“Le garanzie di sicurezza devono essere il punto di partenza e comunque più ampie, non c’è modo di raggiungere un accordo se sono toccate la nostra integrità territoriale e la sovranità rispetto ai confini dell’Ucraina indipendente dal 1991″, ha affermato Olga Stefanishyna, vicepremier ucraina. Si potrebbe pensare a un'”opzione” per le repubbliche separatiste del Donbass, ma dipenderà comunque dagli “sviluppi della battaglia sul campo”.
La Germana verso il superamento della politica di non assistenza militare
Davanti alla posizione della Russia, la Germania fa un ulteriore passo avanti verso il superamento della politica di non assistenza militare a Paesi in guerra: “L’Ucraina ha bisogno di altro sostegno, innanzitutto di armi pesanti”, ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. “Non è tempo di pretesti e scure, ma di creatività e pragmatismo”.
Presidente tedesco vuole andare in Ucraina, ma Kiev rifiuta
Intanto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha fatto sapere di essersi offerto di visitare l’Ucraina insieme con altri leader europei, ma le autorità di Kiev hanno rifiutato: “Ero pronto a farlo, ma a quanto pare, e devo prenderne atto. non era voluto da Kiev”, ha spiegato il Capo di Stato in visita a Varsavia. Il motivo del rifiuto dell’Ucraina sarebbe la posizione di apertura verso la Russia che Steinmeier ha avuto per molti anni. Proprio oggi il presidente tedesco ha ripetuto parole di forte condanna verso Putin.
“Non ci può essere un ritorno alla normalità con la Russia sotto Putin. I crimini di guerra russi in Ucraina sono davanti agli occhi del mondo”, ha aggiunto Steinmeier. “Questa barbarie deve avere una fine e questo può succedere solo se il presidente Putin ordina al suo esercito di fermare le armi”. I crimini di guerra, ha concluso, “devono essere documentati e chiariti, devono essere ritenuti responsabili”. Steinmeier ha anche chiesto a Mosca d rendere possibile l’apertura di corridoi umanitari a Mariupol.