
“Il prossimo inverno il Sars-CoV-2 farà di nuovo capolino con un’onda, non certo un’ondata”. Ai microfoni di iNews24, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano avverte che d’ora in avanti si dovrà imparare a convivere con il virus, “considerandolo come un rischio aggiuntivo che ci terrà compagnia ancora per un po’”.
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La curva epidemiologica è in discesa. A partire da venerdì 11 febbraio non saranno più obbligatorie le mascherine all’aperto e riapriranno le discoteche per chi ha il Super Green pass. Come valuta la situazione attuale?
“Siamo in una fase in cui la curva epidemiologica sta calando. Anche se assistiamo ancora al residuo di una situazione non piacevole, soprattutto per quanto riguarda i decessi figli della grande diffusione del virus in questa ondata, possiamo pensare che la situazione stia migliorando. Abbiamo vissuto una terribile guerra di trincea e adesso valuto opportuna la scelta delle istituzioni italiane di procedere in maniera progressiva all’allentamento delle restrizioni, a differenza dell’Inghilterra che invece ha deciso di aprire subito tutti i rubinetti. In questo modo si potrà garantire una protezione che spero, via via, potrà essere estesa”;
Il prossimo inverno il Sars-CoV-2 tornerà?
“Sì, dovremo farci ancora i conti il prossimo inverno. Il virus farà capolino con un’onda, non certo un’ondata, perché in questo periodo gran parte delle persone si sono contagiate, vaccinate o entrambe le cose. Tutte hanno una protezione dagli effetti più pesanti, quindi la situazione potrà essere gestita con minor angoscia ma dovremo ancora fare attenzione”;
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In che modo?
“Prima del Covid andavamo al lavoro anche con la febbre. Da ora in poi non potremo più farlo. E guardavamo straniti i turisti con le mascherine. Adesso invece dovremo abituarci ad indossarle. Dobbiamo arrivare a convivere con il virus, considerandolo come un rischio aggiuntivo che ci terrà compagnia ancora per un po’. Come ho detto, arriveranno altre onde minori”;
C’è il rischio dell’arrivo di altre varianti?
“Sì, dobbiamo tener conto anche di questo. Normalmente però, l’evoluzione naturale di un virus è che si adatti all’ambiente circostante per sopravvivere diventando sempre “più buono”;
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L’ufficio regionale dell’Oms per il Medio Oriente ha segnalato un aumento dei contagi e ricoveri dove il numero dei vaccinati è basso. Lì, il rischio che si sviluppino nuove varianti è più alto che nei Paesi con più immunizzati?
“Il Sars-CoV-2 agisce in modo disordinato rispetto alla varicella o al morbillo, che subiscono variazioni, ma non sono significative. Questo virus più si replica più commette errori e le varianti nascono dove capita. È come una cuoca poco attenta che sbaglia tutti i giorni la ricetta. Spesso il piatto non riesce, altre volte sì, creando una variazione. Allo stesso modo, più il Sars-CoV-2 circolerà, più ci saranno varianti. Ne abbiamo catalogate migliaia, ma non tutte significative. Questo è l’elemento sul futuro”;
Secondo lei arriverà l’ok degli enti regolatori alle quarte dosi?
“Credo che non ci sarà una quarta dose universale. Verrà somministrata, come il vaccino anti-influenzale, solo a determinati target come i soggetti fragili e più esposti, con vaccini aggiornati. In Israele la quarta dose a una distanza troppo ravvicinata dalla terza non ha portato risultati migliori”;
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Come ha valutato il tweet del giornalista del quotidiano Libero, Tommaso Montesano: “Le bare di Bergamo come il lago della duchessa nel caso Moro”?
“Molte persone hanno ancora un approccio negazionista. È un vero peccato che ci siano commenti del genere. Serve un approccio sereno e tranquillo senza estremizzazioni. Solo insieme riusciremo a risolvere il problema della pandemia”.