Omicidio Niccolò Ciatti, comincia il processo ma l’imputato non c’è

"Le immagini dell’omicidio di mio figlio Niccolò sono nitide, inequivocabili. Eppure non siamo riusciti in quattro anni ad avere un processo”, sono le parole di Luigi Ciatti, padre del giovane.

Niccolò e Luigi Ciatti - Facebook
Niccolò e Luigi Ciatti – Facebook

Questa mattina, lunedì 24 gennaio, davanti alla prima Corte d’Assise è cominciato il processo a Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, avvenuto ad agosto 2017 in una discoteca in Spagna, a Lloret de Mar.

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Nelle scorse settimane Bissoultanov era stato liberato a causa di un cavillo e adesso si trova in Spagna, dopo essere stato arrestato in Germania ad ottobre, in esecuzione di un mandato di arresto europeo, e poi estradata in Italia. È stato recluso in carcere a Rebibbia in attesa del processo che lo vede imputato per omicidio volontario.

All’appello manca anche l’altro indagato per il pestaggio, Movsar Magomadod, anche lui in Spagna, dov’è residente.

Luigi Ciatti, padre di Niccolò: “Le immagini dell’omicidio sono chiare, eppure non abbiamo ancora avuto un processo”

Noi speriamo di non avere ulteriori sorprese com’è accaduto con la scarcerazione di Bissoultanov. Le immagini dell’omicidio di mio figlio Niccolò sono nitide, inequivocabili. Eppure non siamo riusciti in quattro anni ad avere un processo”, sono le parole di Luigi Ciatti, padre di Niccolò, dette al Corriere della Sera.

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Continuiamo ad avere fiducia nella giustizia, e ci auguriamo che i giudici vogliano dare un segnale nei confronti di chi ha ucciso un ragazzo che aveva solo la colpa di voler ballare”. 
Rassoul Bissoultanov, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, nella discoteca St. Trop prese di mira Niccolò Ciatti insieme a due connazionali. Il giovane, originario di Scandicci, stava trascorrendo una serata insieme agli amici. Improvvisamente venne pestato e Bissoultanov gli sferrò un calcio alla testa.