
“Siamo noi che dobbiamo difenderci da questa giustizia che sta facendo esattamente gli interessi dei colpevoli. Questi non sono presunti innocenti, sono assassini. C’è un video che parla”. Ai microfoni di iNews24, Luigi Ciatti, padre di Niccolò, commenta la notizia della scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, il lottatore ceceno 27enne che il 12 agosto del 2017, in una discoteca colpì suo figlio, provocandone la morte in ospedale a Lloret de Mar, in Spagna. Il 18 gennaio sarebbe stato processato per omicidio volontario a Roma, ma Bissoultanov è stato scarcerato per un vizio di forma.
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Perché Bissoultanov è stato scarcerato?
“È stato scarcerato dal giudice della Corte di Assise di Roma per un vizio di forma del procedimento. Quando è stato emesso il mandato di arresto, Rassoul Bissoultanov non era in Italia. Il giudice, molto attento alla forma ma non alla sostanza, l’ha fatto scarcerare, e adesso chissà dov’è. In sostanza, siamo punto e a capo”;
In che senso?
“Anche l’altro partecipante all’agguato, ancora imputato, era stato arrestato in Francia. La Spagna aveva chiesto chiarimenti all’Italia ma nel frattempo è stato liberato in Spagna con obbligo di firma dopo quattro anni di carcere preventivo. Ma è fuggito”;
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Intanto il processo sarà celebrato a Roma il 18 gennaio…
“Sicuramente gli imputati non si presenteranno. Per cui sostanzialmente non servirà a niente”;
Come sta lei?
“Ho appreso la notizia dal nostro avvocato con tanta amarezza e tristezza. È stato come avere una bastonata. Non c’è pace e giustizia che almeno tolga dalla strada questi delinquenti. Siamo noi che dobbiamo difenderci da questa giustizia, che sta facendo esattamente gli interessi dei colpevoli. Perché non sono presunti innocenti, sono assassini. C’è un video che parla. Per un vizio di forma abbiamo liberato un assassino. Mio figlio invece, che è innocente, è in un posto dove non può fare più nulla”;
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Il video di cui parla mostra Bissoultanov dare un calcio alla tempia a Niccolò…
“Dal video è chiaro che lui dà un calcio a mio figlio che era fermo, immobile. Non è stato un errore. L’ha colpito nell’unico punto in cui sapeva che gli avrebbe provocato la morte. Non stiamo parlando di un furto, ma di un’uccisione volontaria. Abbiamo cercato di fare tutto ciò che potevamo, ma c’è sempre qualcosa che fa andare tutto all’aria. Non è normale in un Paese europeo”;
Presenterete un ricorso?
“La Procura di Roma starebbe preparando una procedura per avviare un ricorso. Ma il problema è che l’assassino è libero, probabilmente sarà già scappato, chissà dov’è. Potranno anche darci ragione, ma adesso andrà trovato. Niccolò è morto e noi subiamo questo per vizi di forma e inadempienze. Non è normale tutto questo”.