
Con l’avvicinarsi dell’elezione per il Quirinale anche l’interlocuzione tra i partiti si sta facendo sempre più intensa, secondo lei cosa dobbiamo aspettarci in queste ultime settimane che ci separano dalla scelta del successore di Mattarella?
“Nonostante abbia solo 39 anni ho già avuto la fortuna di partecipare a ben due elezioni del Presidente della Repubblica e ho visto quali sono i movimenti tra i parlamentari e come ci si muove tra i partiti durante questo tipo di trattativa. Parto dal presupposto che è ancora troppo presto per parlare del nome che sarà votato, anzi sono convinto che quel nome uscirà solo a 24 ore della votazione ufficiale. Nel frattempo però, visto anche il tipo di maggioranza che sta gestendo questa fase, dobbiamo cercare di trovare una figura che possa raccogliere una convergenza quasi totale dell’emiciclo parlamentare, perché qualsiasi candidato troppo spostato da una parte o dall’altra rischierebbe di non avere i voti necessari e di essere bruciato”
Questa volta, visti i numeri in campo, sarà fondamentale dialogare anche con Renzi e con il centrodestra, ci riuscirete?
“Il Presidente della Repubblica non è espressione della politica, ma il garante della Costituzione e quindi deve anche essere una persona che nei momenti di difficoltà, come ha fatto Mattarella, sia in grado di unire il Paese. Tra l’altro si tratterebbe di parlare con molti dei gruppi con cui oggi governiamo, da Italia Viva, alla Lega, passando per Forza Italia, quindi non vedo quale sia la novità”
Conte e la strategia del M5s per l’elezione del Quirinale

In questi giorni il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha proposto il nome di una donna per il Colle. Secondo lei i tempi sono maturi per una scelta del genere?
“Credo di sì, l’Italia potrebbe essere pronta per una donna a Quirinale e di certo non sarò io a mettere dei veti da questo punto di vista. L’importante è che sia una figura riconosciuta, rispettata e di altissimo spessore istituzionale”
Quello di Conte è anche un tentativo di allontanare i due nomi più ingombranti, quello di Draghi e Berlusconi?
“Come ho già detto pubblicamente, io non voterò Berlusconi e su questo anche il Movimento si è già espresso molto chiaramente. Per quanto riguarda Draghi, credo che in questa specifica fase di recrudescenza del virus e con il PNRR che deve essere seguito e completato, pensare di creare una crisi di governo ed entrare in una fase di stallo che potrebbe durare mesi, sia davvero l’ultima cosa che dobbiamo augurarci. Sarebbe un errore madornale”
Sta dando per scontato quindi che questa maggioranza non riuscirebbe ad arrivare alla fine della legislatura qualora il premier si trasferisse al Quirinale?
“Draghi è la persona che sta tenendo unita questa maggioranza e questo è sotto gli occhi di tutti. Pensare ad una figura diversa avrebbe bisogno di un processo che andrebbe strutturato insieme ai gruppi parlamentari e all’attuale maggioranza. Non credo si possa negare il fatto che, se Draghi decidesse di uscire dalla partita di Palazzo Chigi, sarebbe un serio problema per la tenuta della maggioranza. Il premier oggi è un po’ come una chiave di volta e senza di lui rischia di crollare tutto”
Anche se in questi mesi stanno cambiando molte situazioni nel panorama politico nazionale, per quanto riguarda il M5s invece i sondaggi continuano a darvi inchiodati al 15-16%. Per quale motivo secondo lei “l’effetto Conte” sta tardando a raccogliere i risultati sperati?
“Fermo restando che i sondaggi lasciano il tempo che trovano, è vero che non c’è ancora stata un’ impennata per quanto riguarda la volontà di votare il M5s. Credo che in questa fase il Movimento debba assolutamente trovare una linea politica innovativa e rivoluzionaria, anche perché di fatto tutto quello che abbiamo detto per dieci anni l’abbiamo realizzato o comunque abbiamo provato a farlo. Adesso però, dopo la scelta dei capogruppo e dei vicepresidenti, l’impegno di Conte deve essere quello di partire il prima possibile con la struttura territoriale. Non possiamo essere rappresentati senza avere una dislocazione sui territori perché serve per avere dei punti di riferimento, per fare public relation tra la gente e per convogliare tutte quelle persone che, per una serie di motivi, si sono allontanate o sono rimaste deluse. Per noi questa è una fase di transizione importante e, come in tutti i cambiamenti, ci sono sempre dei problemi da dover gestire”