“Vi racconto il carcere e la prima notte ai domiciliari”: parla l’avvocato di Massimo Ferrero

L’ex presidente della Sampdoria è uscito ieri dal carcere per essere trasferito ai domiciliari. Il suo avvocato, Pina Tenga, racconta al quotidiano online Free.it la sua prima notte in casa e i giorni passati dentro il carcere di San Vittore

Massimo Ferrero

“In carcere è stato trattato benissimo. Ha detto che di San Vittore non può che parlare bene. Certo, si resta traumatizzati perché comunque è un carcere. Mi ha detto di aver incontrato un sacco di delinquenti, gente matta. Ma la polizia penitenziaria lo ha molto tutelato.” A parlare è Pina Tenga, avvocato di Massimo Ferrero. La legale, ai microfoni di Free.it, ha rivelato alcuni particolari di questi 17 giorni in carcere per l’ex presidente della Sampdoria, ora in regime di arresti domiciliari.

“I domiciliari erano la misura da attuare fin da subito – continua l’avvocato – io ho sostenuto la tesi della carenza delle esigenze cautelari della reiterazione del reato. Non è vero che ora si trova ai domiciliari per l’età, è un falso. Non conosco ancora il motivo della scarcerazione, ma so che in carcere non ci doveva proprio entrare.” Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha infatti accolto la richiesta dei difensori di Ferrero, arrestato lo scorso 6 dicembre dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola (CS) per reati societari e bancarotta.

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Ora, come confermato anche dall’avvocato Tenga, Ferrero potrà trascorrere il Natale in casa. Dopodiché la legale si sofferma su un particolare curioso: “Al momento del rilascio è andato a prendere un treno per tornare a casa. Sul treno lo hanno riconosciuto e pensavano fosse evaso. Gli hanno chiesto un sacco di selfie, lui ha rifiutato perché non sapeva se poteva farli.” Adesso l’iter giudiziario continua. “Le motivazioni per le quali è stato accolto il nostro ricorso contro la custodia cautelare in carcere non sono ancora uscite. Il giudice ha 45 giorni per motivare. Ora Ferrero è più sereno per la fine di quest’incubo, ma ci tengo a sottolineare che non è che gli hanno fatto il regalo di Natale. Aspettiamo le vere motivazioni.”