
Onorevole, ci stiamo avvicinando all’appuntamento fondamentale dell’elezione del Capo dello Stato, secondo lei quali sviluppi dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane?
“Innanzitutto prima dell’elezione del Capo dello Stato c’è ancora da approvare la legge di Bilancio, e ad ora non c’è ancora traccia del testo definitivo”
Mi pare di capire che sperava in una tempistica differente…
“Sì, anche perché il governo presenterà solo domani pomeriggio al Senato il maxi-emendamento, quindi a meno di una settimana dall’approvazione il parlamento ancora non sa nulla di quella che è la legge più importante dell’anno. Tra l’altro il testo verrà approvato con il voto di fiducia e attraverso un procedimento legislativo completamente stravolto. Si tratta di un modo di procedere che nessuno si sarebbe aspettato dal governo dei migliori”
Si poteva agire diversamente in qualche modo?
“A questo punto sarebbe stato preferibile adottare qualche settimana di esercizio provvisorio che, ci tengo a sottolineare, non è uno scandalo, né un tabù, ma è qualcosa che già si fa in molti Paesi e che avrebbe almeno consentito di non umiliare il parlamento e di avere un esame più approfondito”
Quirinale, la possibile candidatura di Berlusconi

E in riferimento al Quirinale?
“Personalmente ho detto sin dall’inizio che la mia preferenza va senza ombra di dubbio al presidente Berlusconi. È giusto che il centrodestra in questa legislatura abbia la possibilità finalmente di esprimere una sua candidatura, e la figura più autorevole che possiamo mettere in campo è sicuramente quella di Berlusconi. D’altra parte, mi pare evidente come anche gli argomenti che vengono sollevati da chi intende contrastare questa candidatura siano del tutto inconsistenti. Sono veramente convinto che il centrodestra debba muoversi in questa direzione e mi auguro che la riunione che ci sarà domani tra i vari partiti della coalizione rappresenti un passo decisivo verso questo obiettivo”
L’altro nome che circola con insistenza, ancora di più dopo la conferenza stampa di oggi, è quello del premier Draghi…
“È vero, sarà sicuramente necessario mettere in atto una strategia, il che potrebbe anche essere più complesso del previsto visto che ieri il presidente Draghi, nel suo discorso a reti unificate, con tanto di standing ovation dei giornalisti a cui in una democrazia liberale non siamo molto abituati, di fatto ha lasciato intendere la sua disponibilità ad assumere la Presidenza della Repubblica. Saranno i partiti ora che dovranno fare una seria valutazione in merito”
Il premier Draghi tra Quirinale e Palazzo Chigi

Quindi meglio che Draghi rimanga a Palazzo Chigi?
“Ci sono tante ragioni perché Draghi prosegua il suo lavoro a Palazzo Chigi, anche perché il mandato che gli era stato affidato dal Presidente Mattarella, e al quale i partiti avevano acconsentito, non è stato ancora portato a termine. Siamo ancora in piena emergenza pandemica con la variante Omicron che avanza, a gennaio saremo in emergenza climatica visto l’aumento dei prezzi del gas, e in questo quadro anche solo pensare di dover affrontare una crisi di governo mi sembra davvero un grave errore”
Per quale motivo secondo lei l’incontro di un paio giorni fa tra Letizia Moratti e Giorgia Meloni ha creato così tanti malumori dalle parti del centro destra e in particolare in Forza Italia?
“In questo periodo si fanno molti incontri interlocutori e ultimamente anche io avevo criticato l’iniziativa di Salvini di chiamare delle consultazioni con tutti i partiti, semplicemente perché non spettava a lui farlo. Credo che questi siano degli atteggiamenti figli della competizione interna tra Meloni e Salvini e frutto del loro tentativo di cercare più visibilità. Per quanto mi riguarda lascerei fare le mosse giuste a Forza Italia e al presidente Berlusconi. Il candidato autorevole ce l’abbiamo, si tratta solo di non bruciarlo e di far convergere le necessarie adesioni”
Governo e Quirinale, gli scenari per il centrodestra

Meloni e Fratelli d’Italia tuttavia continuano a nicchiare di fronte a questa possibilità, non è che hanno un progetto alternativo al vostro?
“No, non credo proprio”
Quindi è convinto che, nel caso in cui la candidatura di Berlusconi venisse ufficializzata, il centrodestra resterebbe compatto nel sostenere la sua corsa verso il Quirinale?
“Assolutamente si”
In un’intervista a La Repubblica, il governatore della Liguria e leader di Cambiamo!, Giovanni Toti, ha parlato di un progetto per la rinascita di un polo centrista; è un’ipotesi che la convince?
“Direi proprio di no. Io non credo alle aggregazioni centriste, penso che invece il mondo tenda sempre più verso una semplificazione tra destra e sinistra. Certo, la destra nel nostro paese deve essere liberale e non sovranista, ed è esattamente questo il punto che Forza Italia deve chiarire con i suoi alleati, non annacquarsi in un’operazione centrista. Se la destra italiana è sovranista, allora vuol dire che non è destinata a governare. Deve essere una destra liberale, europeista, atlantica e antifascista che si riconosce nei diritti civili e che non strizza l’occhio alla Russia, a Orbàn o ai movimenti polacchi di estrema destra. Nessun nuovo polo centrista dunque, ma semplicemente la necessità di imporrei i contenuti di una destra moderna come già esiste in tanti altri paesi europei”