
Nello stesso giorno a Torino, sono morti tre operai e un altro è precipitato da un’altezza di otto metri, mentre eseguiva lavori di allacciamento alla rete elettrica. Si tratta di un ragazzo di 19 anni senegalese che ha riportato un trauma toracico e addominale e la frattura di alcune vertebre. Non è il pericolo di vita. Gli operai deceduti invece, sono Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni e Filippo Falotico, 20 anni. Ai nostri microfoni, Marco Bosio, segretario generale Fillea Cgil di Torino.
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Segretario, con la tragedia di questa mattina salgono a 40 i morti sul lavoro in Piemonte nel 2021.
“I morti del settore dell’edilizia sono sette in totale. La tragedia di stamattina, pur essendo inerente a un cantiere edile, in realtà ha visto coinvolti lavoratori di un altro settore, probabilmente del commercio o del trasporto. Stavano operando nel montaggio della gru edile che sarebbe servita all’apertura del cantiere edile di riqualificazione energetica”;
Si tratta comunque di un incidente sul lavoro. Li conosceva?
“Non facendo parte dell’edilizia non ho mai avuto modo di conoscerli. Ma è chiaro che alla loro età, 52, 54 e 20 anni, si tratta di vite strappate nel pieno. Ho visto il video e viene da piangere. È vergognoso che nel 2022 succedano ancora tragedie del genere”;
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Qual è il settore che vede più infortuni sul lavoro in Piemonte?
“L’edilizia. Accade perché c’è un vero e proprio “shopping” contrattuale. L’azienda cioè, sceglie il contratto nazionale che più gli conviene, ossia il meno caro. In questo modo non solo elude il costo dei dipendenti, ma anche loro formazione e sicurezza. Da oltre vent’anni ormai, in questo settore esiste l’inserimento di 16 ore di formazione, soprattutto per la sicurezza, prima dell’entrata del lavoratore nel cantiere. Si tratta del diritto di essere formati correttamente e in maniera sicura per poter svolgere il proprio lavoro”;
Applicando un altra tipologia contrattuale, quindi i corsi formazione non vengono fatti…
“Questo è il problema grande. Non è inerente alla tragedia di questa mattina, ma all’infortunio molto grave, anche se non mortale, che c’è stato sempre a Torino: un lavoratore è precipitato da otto metri di altezza. È l’ennesima goccia che fa traboccare il vaso. Non si può tollerare che vengano riempite pagine di giornali con annunci di assunzioni, ma poi sui territori non arrivano”;
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Come porre fine a queste tragedie?
“Gli infortuni, mortali e non, sono una vera e propria piaga sociale. Si elimina al più possibile solo con l’obbligo dell’applicazione di contratti riferiti alla mansione che si svolge, in modo che i lavoratori possano formarsi per quello che effettivamente faranno”;
Cgil, Cisl e Uil di Torino hanno organizzato un presidio di fronte alla Prefettura di Torino, martedì 21 alle ore 15. Cosa chiederete?
“Chiederemo al prefetto innanzitutto una cosa già chiesta e ad oggi non è stata portata a termine: mettere mano al protocollo Salute Sicurezza e Regolarità del 2010. In più, chiederemo che si impegni a spingere insieme a noi come parti sociali, affinché le assunzioni annunciate dal Governo, arrivino effettivamente sui territori in tempi brevi, per porre fine a queste tragedie ormai quotidiane”;
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Ritiene anche che ci sia poca manodopera?
“Il Superbonus del 110% ha fatto esplodere una richiesta enorme di manodopera per rifare le facciate e gli stabili. C’è una richiesta maggiore della possibilità di iniziare le opere. I lavoratori corrono all’impazzata per stare dietro ai cantieri. E correre non collima con la sicurezza. Inoltre, un lavoratore che ha necessità viene convinto a lavorare anche il sabato e la domenica, magari in nero”;
Ci sono infortuni che vengono dichiarati, altri no…
“Questo è un altro punto: per poter lavorare, qualche volta non vengono dichiarati. Spesso si rivolgono a noi al termine del rapporto di lavoro, dichiarandoli, quando ormai è difficile. Il Governo parla di una crescita del Pil del 6%, ma la gente muore sul lavoro”.