
Senatrice, dopo lo sciopero dei sindacati e le polemiche che ne sono seguite, cosa dobbiamo aspettarci ora dal confronto tra parti sociali e governo?
“Pur nel rispetto dell’autonomia sindacale, diciamo che non mi sembrava ci fossero esattamente le condizioni di merito per fare uno sciopero generale in questo momento, ma ora che è stato fatto è giusto andare avanti come sta facendo il governo, ascoltando e mantenendo sempre aperto il dialogo. Dobbiamo costruire le condizioni per la ripresa del Paese e questa ricostruzione deve coinvolgere tutti: i sindacati, le imprese, le rappresentanze sociali e il terzo settore”
Secondo lei la rottura del fronte sindacale avrà degli strascichi?
“Mi auguro di no, perché è qualcosa che va innanzitutto contro l‘interesse dei lavoratori, oltre a non aiutare chi vuole risolvere il problema della precarietà e sviluppare una crescita sostenibile che sia legata alla qualità e ai diritti del mondo del lavoro”
Per le suppletive di Roma, Italia Viva alla fine avrà un suo candidato alternativo a Cecilia D’Elia. Possiamo dire che il cosiddetto “campo largo” del centrosinistra ormai sembra essere un miraggio?
“Abbiamo rilanciato il “campo largo” inteso come una riapertura delle ragioni fondamentali per le quali è nato il PD ed è un appello che si rivolge prima di tutto ai cittadini e all’insieme della società. Questa scelta poi sarebbe dovuta essere condivisa dalle forze politiche che insieme avevano sostenuto l’elezione al secondo turno di Gualtieri a Roma. Esprimere una candidatura unitaria sarebbe stato un segno di serietà, anche perché tutti puntavano a candidare una figura femminile importante e sarebbe stato giusto provare a condividere questa scelta. Dispiace non sia stato possibile, detto questo abbiamo messo in campo una dirigente importante del Pd, una femminista, e sono sicura che conquisterà il collegio”
Vi accusano di essere troppo schiacciati sul M5s, mentre ai pentastellati rinfacciano di inseguire il Pd, qual è la verità?
“Nessuna delle due, c’è una reciproca autonomia visto che siamo due forze politiche diverse. Noi siamo il Pd e loro il M5s, siamo stati alleati nel governo Conte 2 e continuiamo a dialogare e a confrontarci sui temi che riteniamo importanti per il Paese. Nessuno è schiacciato verso qualcun altro, e sicuramente non lo è il Partito Democratico”
Le manovre in vista dell’elezione per il Quirinale

In ottica Quirinale, Salvini ieri è tornato a pressare il premier ribadendo la volontà di confermarlo alla guida del governo e dichiarando che, se lui fa “lo sforzo a stare con Pd, Draghi non può andar via”
“L’argomento utilizzato da Salvini mi pare improprio visto che l’esigenza di formare questo governo deriva da un appello di Mattarella che aveva come obiettivo quello di formare un esecutivo di unità nazionale per affrontare i temi fondamentali dell’agenda politica quali il completamento del Pnrr, il potenziamento della campagna vaccinale e varare un’importante legge di Bilancio che servirà ad integrare e supportare il Pnrr”
E sullo sforzo che il leader leghista starebbe facendo nello stare con il Pd?
“Sinceramente non lo vedo tanto questo sforzo da parte sua, e comunque non capisco perché dovrebbe sentirsi a disagio, visto che noi cerchiamo sempre di mettere al centro della nostra azione politica l’analisi e bisogni reali del mondo del lavoro, delle imprese, del terzo settore e in generale di chi è maggiormente in difficoltà in questo periodo di post pandemia. Noi puntiamo sul lavoro, sulla sanità, sull’istruzione e vogliamo superare i blocchi strutturali che frenano la crescita del Paese”
La strategia di Salvini potrebbe essere un modo per togliere dalla corsa per il Quirinale il candidato più ingombrante (Draghi- ndr) e tentare così un all in su Berlusconi?
“Non so quale siano le intenzioni del segretario della Lega, dico però che questo utilizzo dei nomi tirati da una parte e dall’altra non mi sembra dignitoso. Poi è ovvio che al tavolo del confronto tra i partiti mi auguro che si cerchi e si trovi la maggiore condivisione possibile. In questo senso spero davvero in un riscatto della politica e che si crei la condizione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica già al primo scrutinio. Questo sì che sarebbe un segno di maturità e responsabilità nei confronti del Paese”