
I carabinieri del Ros, in collaborazione con quelli del Gis, del Comando provinciale di Nuoro e dello Squadrone eliportato carabinieri cacciatori Sardegna, hanno arrestato Graziano Mesina, alias Grazianeddu, 79 anni, latitante da luglio 2020.
Il più famoso esponente del banditismo sardo deve scontare una condanna a 24 anni di reclusione che gli era stata notificata dalla Procura Generale della Corte di Appello di Cagliari. Al momento dell’arresto Mesina era solo in casa a Desulo, in provincia di Nuoro, non ha opposto resistenza ed è stato trovato in buone condizioni di salute. Non era armato, ma è stato trovato in possesso di 6mila euro in contanti.
L’ex primula rossa del banditismo sardo stava trascorrendo la sua latitanza casa di una coppia. A rendere noto il suo arresto, il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, durante una conferenza stampa a Cagliari, dopo l’arresto.
Mesina è stato latitante dal 3 luglio, quando è scappato dalla sua casa a Orgosolo prima di dover tornare in carcere per scontare in via definitiva per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Non si sa bene per quanto tempo l’uomo sia stato ospite della coppia. I due sono stati arrestati per favoreggiamenti e per loro potrebbero scattare provvedimenti.
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Chi è Graziano Mesina
Graziano Mesina è famoso per le sue evasioni e per aver fatto da mediatore per la liberazione di Farouk Kassam nel 1992. Ha trascorso già 40 anni in carcere prima di ottenere la grazia, revocata dopo la nuova condanna in via definitiva. Negli scorsi mesi ha perso le sorelle Rosa e Antonia e il nipote Giancarlo Pisanu, per il Covid. Da luglio i carabinieri non hanno mai smesso di cercarlo, sia nel Nuorese che all’estero.
Tutti i dettagli dell’arresto
I carabinieri del Ros, durante la conferenza stampa, hanno spiegato che Mesina dormiva vestito. Due giorni fa, dopo un avvistamento, sono cominciate le ricerche. Grazianeddu occupava uno dei tre piani del palazzo della coppia arrestata per favoreggiamento. Al piano terra c’è una cantina con un garage, lui si trovava in camera da letto e non c’era la tv. Il pranzo e la cena, hanno spiegato ai carabinieri, venivano preparati e portati al piano superiore dai padroni di casa.
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“L’arresto odierno è stato possibile solo grazie alla vostra capacità di lavorare in maniera sinergica, sfruttando a pieno le rispettive competenze. Con la vostra professionalità e il vostro esempio rendete me e tutti i carabinieri che quotidianamente svolgono il proprio lavoro, con altrettanta serietà e passione, pieni di orgoglio. Bravi”, ha affermato il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei carabinieri.