Braccianti, Palazzotto: “La legge sul caporalato non basta, servono più diritti”

Secondo Erasmo Palazzotto, parlamentare della Camera dei Deputati, esiste una connessione tra la tragedia di questa mattina nel campo rom di Stornara.

Erasmo Palazzotto (foto da Facebook)

La verità è solo una: la mancata inclusione e integrazione produce dei mostri. Perché poi alla fine produce condizioni di degrado tali che possono portare alla morte di due bambini. Che sono tra l’altro solo le ultime vittime di un elenco troppo lungo”.

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Secondo Erasmo Palazzotto, parlamentare della Camera dei Deputati, esiste una connessione tra la tragedia di questa mattina nel campo rom di Stornara, in provincia di Foggia, e il caporalato. Ai microfoni di Free.it, afferma: “La mancanza di politiche sociali produce un potenziale di sfruttamento da parte reti della criminalità organizzata o comunque anche di sfruttamento lavorativo. Adesso l’indagine di qualche giorno fa è appena iniziata e io non emetto sentenze nei confronti di nessuno. Però, in generale, il caporalato è un fenomeno che affonda le sue radici nella condizione di mancata inclusione sociale e di marginalizzazione sociale. Dei migranti, ma non solo”.

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Palazzotto: “La soluzione è aumentare i diritti”

La soluzione, secondo Palazzotto, è aumentare i diritti, in modo che le condizioni di vita delle persone migliorino e di conseguenza anche quelle dei loro figli: “Più diritti diamo alle persone, più inclusione sociale garantiamo; meno persone lasciamo ai margini nostra società; più sicura la nostra società, meno pericoli corriamo tutti. Compreso chi si trova in certe condizioni di grande disagio che poi, come è successo oggi, si trasformano in tragedia”.

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La legge sul caporalato del 2016, dice Palazzotto, “ha fornito degli strumenti importanti ma non basta. E’ chiaro che il governo, da un punto di vista istituzionale, può e deve potenziare gli strumenti di controllo. E quindi, rispetto al lavoro, deve mettere in campo tutti i mezzi che ci sono per controllare le irregolarità. Ma dall’altra parte deve avviare politiche di inclusione sociale e di integrazione. E’ fondamentale porre fine all’esistenza di questi ghetti improvvisati, che sono funzionali, appunto, allo sfruttamento lavorativo. E’ necessario immaginare soluzioni di lungo periodo per integrare e includere le persone”.