Luca Morisi, Matteo Salvini a Non è l’Arena: “Non abbandono gli amici, la porta per lui è sempre aperta”

"Luca Morisi è una bravissima persona che per un mese è stata massacrata sul nulla per attaccare me", aggiunge il leader della Lega.

Matteo Salvini, Luca Morisi - Foto di Facebook (Pagina ufficiale di Matteo Salvini)
Matteo Salvini, Luca Morisi – Foto di Facebook (Pagina ufficiale di Matteo Salvini)

Luca Morisi può tornare al lavorare nello staff di Matteo Salvinianche subito, se vuole”. Ad affermarlo è il leader della Lega stesso, durante un’intervista a Non è l’Arena, programma in onda su La 7.

LEGGI ANCHE: Omicron, l’Oms: “Sarà la variante dominante in Europa”. La Francia chiude le frontiere con GB

Io non amo quelli che abbandonano gli amici o i colleghi nei momenti di difficoltà, anzi è nel momento della difficoltà che emergono le persone. Luca Morisi è una bravissima persona che per un mese è stata massacrata sul nulla per attaccare me. Quando attaccano me, io ho le spalle larghe e mi difendo. Quando attaccano un mio familiare, qualche mio amico o collaboratore mi arrabbio. Adesso i giudici hanno detto che non ha commesso nessun reato. Siccome è un ottimo professionista, oltre che amico, la mia porta per lui è sempre aperta”, ha aggiunto Salvini, parlando di Morisi, che nei mesi scorsi è stato coinvolto in un’indagine per una presunta cessione di stupefacenti.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Vaccino ai bambini e obbligo per personale scolastico e forze dell’ordine: il punto sulla campagna vaccinale

Per i pm, Morisi è “estraneo ai fatti”, la parola ora passa al gip

La vicenda è stata archiviata dal pubblico ministero perché l’ex capo della Bestia, il team di comunicazione di Salvini, è risultato estraneo ai fatti che risalgono al 14 agosto. In sede di interrogatorio Morisi ha ammesso davanti ai pm di aver acquistato cocaina per la serata, ma ha negato di aver procurato la droga dello stupro. Tesi confermata dalle chat di quella notte. Non ci sarebbe stato accordo preventivo tra Morisi e Alexander e Petre, per consumare insieme la cocaina e la droga dello stupro. Le chat dimostrano che furono i due ragazzi a portare a casa dell’ex capo della comunicazione di Salvini la droga dello stupro. Ognuno aveva il proprio stupefacente, condiviso poi con cessioni reciproche. Ora sarà il gip a decidere.