Biologo ucciso a Tarquinia, Claudio Cesaris confessa: “Ho sparato io a Dario Angeletti”

L’ex tecnico avrebbe ucciso Angeletti perché era convinto dell’esistenza di una relazione tra il docente e una ricercatrice pavese.

Dario Angeletti - Foto di Facebook
Dario Angeletti – Foto di Facebook

Ha confessato Claudio Cesaris: “Sono stato io a sparare al professor Angeletti”. Il sessantottenne, ex tecnico dell’Università di Pavia, ieri, venerdì 10 dicembre, ha detto la verità durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, che oggi ha convalidato il suo fermo per omicidio volontario di Dario Angeletti.

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I carabinieri della compagni di Tuscania, che indagano sulla morte del biologo marino e docente dell’Università della Tuscia, l’avevano fermato in seguito ad accertamenti tecnici. Il movente del delitto, avvenuto martedì pomeriggio nel parcheggio per camper nella zona delle Saline di Tarquinia Lido, sarebbe l’ossessione morbosa di Cesaris verso una ricercatrice pavese di trentanove anni residente a Viterbo. L’ex tecnico avrebbe ucciso Angeletti perché era convinto dell’esistenza di una relazione tra i due.

Le indagini e la ricostruzione dei fatti sull’omicidio di Dario Angeletti

I filmati delle telecamere della zona hanno collocato l’auto di Cesaris nelle vicinanze del parcheggio che si trova a poche centinaia di metri dal Centro Ittiogenico dove Angeletti lavorava. La vittima era sposata con una veterinaria tedesca ed aveva due figli.

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Secondo la ricostruzione degli investigatori, in un primo momento avrebbe cercato di convincere Cesaris che tra lui e la ricercatrice c’era solo un’amicizia. Ma il tentativo sarebbe fallito, e non si esclude che l’incontro sia stato una trappola per Angeletti, dal momento che Cesaris si è presentato con una pistola regolarmente detenuta.

Il docente è morto a causa di un colpo alla tempia destra sparato a distanza ravvicinata, probabilmente dal sedile passeggero della sua auto. Cesaris, separato dalla moglie, è stato colto da un malore durante la perquisizione domiciliare ed è stato trasportato all’ospedale Belcolle di Viterbo in condizioni non gravi, dov’è stato piantonato.

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Le indagini non sono ancora concluse e restano da chiarire alcuni aspetti della vicenda. L’arma del delitto infatti, non è stata ritrovata e non è chiaro in che rapporti fossero Cesaris e Angeletti prima dell’omicidio. Secondo colleghi e amici, la vittima non si sarebbe mai sentita minacciata in precedenza dall’ex tecnico. La ricercatrice non ha mai denunciato il 68enne per stalking.