
Secondo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, la quarta ondata era prevedibile e per prevenirla “dovevamo cominciare a somministrare le terze dosi prima”.
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Professore, i dati di ieri, martedì 7 dicembre registrano un tasso di positività al 2,3%. I nuovi contagi sono 15.756, i morti 99. Le terapie intensive, nel saldo tra entrate e uscite, sono 33 in più rispetto a ieri (776 pazienti). Gli ingressi giornalieri, 89. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 6.078 (199 in più rispetto a ieri). Come commenta questi dati?
“Il virus si sta diffondendo. Dobbiamo aspettarci questa situazione perché non siamo ancora arrivati in una situazione di equilibrio”;
In che senso?
“Com’è accaduto nel Regno Unito. Lì il numero di casi giornalieri è costante”;
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Perché in Uk ci sono arrivati e in Italia questo equilibrio non è ancora stato raggiunto?
“In Inghilterra ci sono arrivati perché da tempo hanno praticamente scelto di non adottare misure restrittive e di affidarsi solo al vaccino, alle quarantene e tracciamento. Questa situazione, a lungo andare, ha generato un equilibrio tra la capacità del virus di diffondersi e quella del sistema di controllarlo. Da noi invece, questo non è accaduto perché tra aprile e luglio avevamo una popolazione molto protetta dal vaccino. Adesso la finestra di protezione si sta esaurendo, mentre nel Regno Unito hanno iniziato più rapidamente a fare le terze dosi”;
Quando potremo vedere l’effetto delle terze dosi sull’andamento dei contagi?
“Probabilmente verso fine gennaio, se le vaccinazioni verranno fatte velocemente”;
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Sulla base dello scenario attuale ritiene necessaria la proroga dello stato di emergenza?
“Non è un’ipotesi da scartare”;
Cosa va fatto per fermare questa ondata?
“Il problema è cosa andava fatto, così non ce la saremmo ritrovata ora. Dovevamo cominciare a somministrare le terze dosi prima”;
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Secondo l’Ecdc la situazione è grave a causa dell’alto livello di trasmissibilità del Covid. E potrebbe peggiorare durante le feste. Secondo lei servono misure maggiori dal 24 al 6 gennaio anche in zona bianca? Se sì, quali?
“È una decisione politica. E comunque questo tipo di decisioni non hanno un impatto elevatissimo sulla trasmissione del virus”;
Cene e pranzi in famiglia, tra persone che non vivono nella stessa casa, durante le feste potrebbero facilitare i contagi?
“All’interno del nucleo familiare ci sarebbero certamente meno problematiche, ma non sto qui a sconsigliare cene e pranzi in famiglia tra familiari che non vivono nella stessa casa. Soprattutto se tra parenti ci si frequenta abitualmente a prescindere dal Natale”;
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La variante Omicron sarebbe contagiosa anche per i bambini. Consiglia la vaccinazione nella fascia di età 5-11 anni? Perché?
“I bambini devono essere vaccinati. Dagli Stati Uniti e da Israele sono arrivati dati incoraggianti. La consiglio, non sono mai stato contrario. Qualche volta ho detto che i più piccoli non erano la priorità, perché era più importante vaccinare le persone che hanno perso l’immunità e che quindi possono ammalarsi e infettare. Sono due dimensioni completamente diverse. I bambini, anche se si infettano, non si ammalano tantissimo. Penso che la priorità siano le terze dosi”;
E le quarte dosi?
“Non si sa ancora niente. Pensiamo prima a fare le terze”;
Secondo lei in futuro saranno necessari altri richiami periodici del vaccino anti-Covid?
“Spero che non serviranno più. Ma dipenderà da come andranno le cose. È ancora presto per fare ipotesi”.