
“La scienza in questo momento non ci ha ancora detto molto. Dare valutazioni e giudizi, e diffonderli come il nuovo Armageddon, è assolutamente pericoloso”. Agostino Miozzo, medico ed ex coordinatore del Cts, ai microfoni di iNews24, invita alla cautela e ad attendere i risultati degli studi scientifici sulla variante Omicron, prima di allarmarsi.
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Dottore, Omicron la preoccupa?
“Ritengo che questa variante sia soprattutto mediatica. I media hanno anticipato abbondantemente le valutazioni scientifiche e facendolo hanno generato panico nella popolazione dell’intero Pianeta. Non a caso trovo incredibile che le borse venerdì scorso abbiano perso il 4% solo sulla base di questo allarme che non è ancora ratificato e codificato dalla scienza”;
La comunità scientifica è preoccupata…
“In questo momento la scienza non ci ha ancora detto molto. Ci ha detto che presumibilmente è molto infettiva e che non bucherebbe i vaccini. Ma siamo di fronte a un’incertezza che è ancora molto significativa, perché essendo stata identificata pochi giorni fa, si sa ancora molto poco. È quindi assolutamente pericoloso fare valutazioni, dare giudizi e diffonderli come il nuovo Armageddon. Non possiamo fare altro che aspettare la sentenza della scienza che ci dirà se i vaccini sono efficaci sulla variante Omicron e quali sono le vere caratteristiche possono essere definite solo da attenti studi sulla popolazione interessata. Invito quindi i media ad essere prudenti nel dare giudizi prima di avere valutazioni più precise”;
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Si trova ancora in Sierra Leone?
“Ero in Sierra Leone, e tra qualche giorno ci tornerò. Stiamo per intraprendere un importante progetto di vaccinazione ai suoi abitanti. La Regione Lombardia ha deciso di destinare un milione di dosi di siero, che somministreremo ad almeno mezzo milione di persone. Si tratta di un primo passo verso il vero obiettivo che ci dovremmo porre: la vaccinazione dell’intera popolazione mondiale”;
La variante Omicron è stata isolata in Sud Africa, proprio dove i vaccini scarseggiano. Si pone quindi il problema della distribuzione dei sieri nei Paesi meno sviluppati. Secondo lei come si può risolvere?
“Le modalità sono molteplici e allo stesso tempo semplici e complesse. Una è destinare i vaccini ai Paesi che non sono in condizioni né di acquistarli né di produrli. Poi c’è il problema delle condizioni da dettare o condividere con le grandi industrie farmaceutiche, per far sì che i vaccini possano essere prodotti o venduti a prezzi compatibili ai popoli che non sono in grado di acquistarli”;
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Al G7 convocato in emergenza dal Regno Unito, i ministri della Salute hanno convenuto che servono azioni urgenti per contrastare questa nuova variante…
“Possiamo quantomeno fare un’affermazione sull’unico paziente che in questo momento è presente in Italia ed è positivo alla variante Omicron. Era vaccinato, sta bene e ha un’infezione paucisintomatica. Anche la famiglia è positiva ma nessuno è in ospedale o in terapia intensiva. È un segnale confortante e mi auguro che sarà lo stesso anche per gli altri contagiati con questa variante. Non bisogna farsi prendere dalla reazione isterica che abbiamo visto nei giorni passati, e piuttosto continuare con il percorso di vaccinazione globale. Nel nostro Paese, con le terze dosi. Inoltre dobbiamo attendere la decisione dell’Aifa sui vaccini ai bambini e mantenere le procedure di attenzione che ormai sono codificate nel comportamento delle persone: mascherine, distanziamento, igiene ed evitare affollamenti fino a che non saremo certi di poter uscire da questo incubo”;
Alcune Regioni italiane sono a rischio zona gialla, compresa la Lombardia…
“La Lombardia è ancora zona bianca, e prima ci sono altre Regioni a rischio. La cosa urgente, e mi pare che ci siano segnali positivi in questo senso, è continuare con le terze dosi. Bisogna poi tentare di raggiungere anche la fetta di popolazione ancora corposa degli indecisi, impauriti, preoccupati, attraverso percorsi educativi e di convincimento”;
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Ci sono i no-Vax convinti…
“La quota radicale dei no-Vax verrà lasciata a se stessa fino a che non verranno presi provvedimenti restrittivi più severi del Super Green pass”;
Che Natale ci aspetta?
“Non abbiamo la sfera di cristallo. L’incertezza è il vero elemento condizionante questa pandemia. Teoricamente non dovremmo avere un Natale come quello dell’anno scorso. I dati ci confortano da questo punto di vista, ma dobbiamo essere prudenti e preparati a qualsiasi evoluzione. La possibilità di avere grossi numeri in terapia intensiva diminuirà se saremo disciplinati, ci atterremo al rispetto delle regole e anche vaccinando la quota di indecisi”;
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È favorevole all’obbligo vaccinale?
“L’obbligo vaccinale è una decisione particolarmente complessa, soprattutto in casi come l’Italia in cui c’è qualche milione di reticenti. Significa controllo, disciplina e restrizioni severe. Prima di arrivarci possiamo passare alla verifica rigorosa dell’utilizzo del Super Green pass, che ha già avuto effetti positivi: il numero di persone che ha fatto la prima dose infatti, è già aumentato. Se verrà monitorato con attenzione, credo che non ci sarà bisogno dell’obbligo vaccinale”.