
L’impennata dei contagi e il pressing dei presidenti di Regione che non vogliono rischiare nuove chiusure nel periodo natalizio, stanno lentamente convincendo il governo a intervenire pensando all’ipotesi di un lockdown solo per i non vaccinati. Lei come giudica questa possibilità?
“Mi sembra che Draghi sia stato molto chiaro e stia adottando la stessa linea della Lega, quella della cautela, motivo per cui al momento non sono necessarie altre chiusure. Non possiamo guardare alla Germania e all’Austria facendo nostre le loro problematiche, perché noi siamo in una condizione molto diversa sia per quel che riguarda i contagi che le ospedalizzazioni, e soprattutto nel numero dei vaccinati. Abbiamo avuto l’accortezza di agire prima adottando delle misure che invece loro stanno prendendo solo adesso, quindi aspettiamo di vedere come evolve la situazione senza inutili allarmismi”
Non tutti però la pensano così nel governo
“Noi in questo momento stiamo lavorando affinché tutto rimanga aperto per tutti, anche perché oggi abbiamo un terzo dei contagi e un decimo dei decessi rispetto allo scorso anno e anche la pressione sulle terapie intensive fortunatamente è sotto controllo in tutte le regioni, quindi abbiamo il dovere di salvaguardare i cittadini che già hanno fatto moltissimi sacrifici e allo stesso tempo proteggere l’economia”
L’aumento dei contagi e il rischio di nuove restrizioni

Come si potrebbero evitare ulteriori chiusure generalizzate nel caso in cui si dovesse tornare alle zone e arancioni?
“Ad ora non c’è motivo di pensarlo , anche perché l’indice Rt è rimasto identico a qualche giorno fa. Detto questo, noi per adesso sposiamo a pieno la linea del governo e quindi vogliamo incrementare la somministrazione delle terze dosi e fare una buona campagna di comunicazione per chiedere a tutti di vaccinarsi. Non possiamo dimenticarci che in Austria e in Germania avevano praticamente tolto tutte le misure di cautela personali, mentre noi invece abbiamo sempre mantenuto sia il distanziamento che l’utilizzo delle mascherine al chiuso, motivo per cui fortunatamente oggi la nostra situazione epidemiologica non richiede ulteriori restrizioni”
Brunetta ieri in riferimento ai non vaccinati ha detto che “gli irriducibili devono essere reclusi ed esclusi dalla vita collettiva e dall’economia”.
“È una sua idea, di sicuro non la mia, né quella della Lega”
Ma come si può evitare lo scontro tra vaccinati e non vaccinati?
“Molte delle persone che oggi non sono vaccinate non sono no vax ideologici, ma hanno semplicemente paura, e anche per questo per ora puntiamo a lasciare tutto aperto senza fare discriminazioni e senza creare altre fratture sociali. Tra l’altro, questa idea del lockdown per i non vaccinati sarebbe anche estremamente difficile da attuare a livello pratico, soprattutto in riferimento al controllo sulla socialità e quant’altro”
E per convincerli a vaccinarsi?
“La fascia degli irriducibili probabilmente non si piegherà mai, ma la maggior parte invece sono solo persone che per paura o per confusione non hanno ancora capito i reali benefici del vaccino. Magari proprio il fatto che la situazione epidemiologica in Italia sia migliore rispetto a molti paesi in Europa, potrebbe convincere alcuni di loro a vaccinarsi, ma non possiamo pensare di convincerli rinchiudendoli a casa”
Obbligo vaccinale e validità dei tamponi

L’obbligo vaccinale non risolverebbe il problema?
“Personalmente non sono d’accordo con l’obbligo vaccinale, anche perché abbiamo un Green pass molto vincolante che già aiuta a convincere tante persone che altrimenti non si sarebbero vaccinate. Credo che ogni tanto bisognerebbe anche cercare di comprendere le paure della gente e cercare di spiegare con più chiarezza e meno aggressività che il vaccino è l’unica mezzo per uscire da questa pandemia”
Matteo Salvini, anche lui contrario ad ulteriori restrizioni, continua a ripetere che “il modo più sicuro per individuare un positivo è il tampone”, eppure una delle ipotesi al vaglio per il nuovo decreto potrebbe essere proprio l’eliminazione del test per ottenere il Green pass, che verrebbe concesso solo a chi è vaccinato e a chi ha già avuto il Covid, sul modello della regola del 2G in Germania.
“Io direi che vista la situazione epidemiologica, forse per una volta dovrebbe essere la Germania a seguire noi e non viceversa. Noi riteniamo che il tracciamento tramite il tampone sia una misura valida, come d’altronde è stato dimostrato anche dagli scienziati, e infatti quello che è messo in discussione non è l’affidabilità del test, ma la sua durata che passerebbe dalle 72 alle 48 ore. Per ora il Green pass all’italiana ha funzionato bene e i dati ci danno risposte confortanti, quindi cerchiamo di valorizzare quello che abbiamo fatto di buono senza creare allarmismi, ma mantenendo sempre alto il livello di attenzione. Se la situazione in futuro dovesse peggiorare, e nessuno se lo augura, allora prenderemo altre decisioni, ma per ora non c’è bisogno di imporre altre restrizioni”