
Bleona Tafallari, una diciannovenne italiana di origine kosovara, è stata arrestata dalla polizia durante un blitz a Milano. È accusata di associazione con finalità di terrorismo.
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Secondo gli investigatori, avrebbe gestito una rete “femminile” dove convinceva le ragazze a sposare jihadisti. Nel suo cellulare sarebbero state trovate scene di decapitazioni.
La donna sarebbe una “fervente sostenitrice dell’Isis” e si sarebbe radicalizzata a sedici anni. Recentemente si era trasferita dal Kosovo a Milano, a casa del fratello, e sarebbe rimasta in costante contatto con il marito sposato a gennaio e con i connazionali jihadisti.
Il marito della giovane imparentato con l’attentatore di Vienna
L’indagine è cominciata dopo una segnalazione dell’intelligence sul marito della diciannovenne, un ventunenne kosovaro imparentato con Kujtim Fejzulai, attentatore di Vienna, che il 4 novembre 2020 sparò in diversi punti della città, uccidendo quattro persone prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine.
Tafallari sul suo cellulare custodia “migliaia di immagini e video“, “alcuni dei quali creati dall’agenzia di comunicazione dello Stato Islamico Al Hayat Media Center” che ritraevano “oggetti simbolo” dell’organizzazione terroristica, scrive il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza.
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L’indagine: sul cellulare di Tafallari, scene del massacro di Charlie Hebdo
Tra questi la “bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti, esecuzioni sommarie di infedeli” con “decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici dei mujaheddin nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta”.
Nel cellulare della diciannovenne c’è anche la foto del giovane attentatore appartenente all’Isis-Khorasan, che il 26 agosto si è fatto esplodere all’aeroporto di Kabul causando la morte di centinaia di persone che cercavano di scappare dall’Afghanistan. Tra le immagini, ce n’è un’altra che ritrae la giovane col niqab e con un guanto nero con il simbolo dell’Isis e un’altra del massacro nella redazione di Charlie Hebdo.