
Dopo un acceso confronto tra le forze parlamentari, si sblocca la situazione per quel che riguarda le nomine dei vertici dell’informazione in Rai. La proposta dei curricula presentati dall’ Ad Carlo Fuortes prevede al momento la direzione del Tg1 affidata a Monica Maggioni, la conferma di Gennaro Salgiuliano al Tg2 e l’arrivo di Simona Sala al Tg3.
Tra le altre nomine, Mario Orfeo dovrebbe dirigere gli approfondimenti giornalistici che coinvolgono trasversalmente tutte le reti generaliste, mentre sarà Andrea Vianello a sostituire Simona Sala alla guida del Radio giornale e di Radio 1. Il posto lasciato libero da Vianello a Rainews24 verrà invece preso dall’attuale vicedirettore Paolo Petrecca, mentre rimane fuori dai giochi Giuseppe Carboni, il direttore uscente del Tg1 supportato dal M5s, e Nicola Rao che aveva l’appoggio di Giorgia Meloni.
Cambio ai vertici anche per quanto riguarda l’informazione sportiva, con Alessandra De Stefano, attuale vicedirettrice, che va a sostituire Auro Bulbarelli.
La polemica per le scelte dei vertici di Viale Mazzini

Un risultato che non può di certo rendere soddisfatti i grillini, che perdono dunque la direzione del primo tg nazionale, nonostante Conte abbia cercato fino all’ultimo di impedire la nomina di Maggioni, cercando di spingere la candidatura di Lucia Annunziata.
Ottiene invece una doppia conferma la Lega, che oltre al Sangiuliano riesce a mantenere anche la direzione di Alessandro Casarin al TgR.
Le nomine dovranno ora essere votate nel consiglio che si terrà domani a Napoli e che si preannuncia ad alta tensione, dopo che i consiglieri hanno fatto saltare l’incontro di oggi con Fuortes in cui si sarebbe dovuto parlare dei criteri adottati per la scelta dei candidati.
Anche l’Usigrai ha definito “agghiacciante” il quadro che le indiscrezioni già facevano trapelare prima che Fuortes confermasse le scelte: “L’era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il cda a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi”
Un malcontento che comunque difficilmente riuscirà a bloccare le nomine di Fuortes, dal momento che per respingerle servirebbe un maggioranza qualificata di due terzi.