Quirinale, La Pietra (FDI) a iNews24: “Amato troppo di parte, Berlusconi rappresenterebbe meglio la cultura del centrodestra”

Il senatore di Fratelli d'Italia, Patrizio La Pietra, condivide la proposta di Meloni per una campagna che miri a istituire il presidenzialismo nel nostro Paese: “Permetterebbe al sistema istituzionale di avere una governabilità e un equilibro più stabile”. Sull’ipotesi di Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica, l’esponente di Fdi non ha dubbi: “È il leader che meglio può rappresentare la cultura del centrodestra al Quirinale”

Patrizio La Pietra
Patrizio La Pietra (@Facebook)

Nelle stesse ore in cui il Presidente Mattarella ha ribadito la sua indisponibilità ad un secondo mandato, Giorgia Meloni, durante la relazione all’esecutivo del partito, ha rilanciato la sua proposta per una campagna verso il presidenzialismo.  Può essere questo il momento giusto per realizzare quello che è un vostro vecchio cavallo di battaglia?

“Si, anche perché pensiamo che in questa situazione politica, dare la possibilità ai cittadini italiani di eleggere direttamente il Presidente della Repubblica sia effettivamente quell’elemento che possa permettere al sistema istituzionale nazionale di avere una governabilità e un equilibro più stabile. Dobbiamo restituire voce ai cittadini, ecco perché chiediamo da tempo di poter tornare a votare, perché è chiaro come l’attuale struttura governativa e parlamentare non rappresenti più quella che è la volontà nazionale del popolo italiano”

La vostra è una proposta diversa rispetto a quella avanzata pochi giorni fa da Giorgetti per un semipresidenzialismo “de facto”

“Sì, decisamente diversa”

La Lega e Forza Italia saranno con voi in questa campagna verso il presidenzialismo?

“Cercheremo di convincerli, anche se non è che le distanze siano poi così siderali. Poi per carità, è vero che dipende anche con chi si parla, perché a volte Salvini dice una cosa e Giorgetti ne dice un’altra, però penso che sul presidenzialismo una certa unità di intenti potremo trovarla senza problemi”

Da Berlusconi ad Amato, i possibili successori di Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Getty Images)

In questo momento però, in vista delle prossime elezioni per il Quirinale, il vostro candidato principale resta Berlusconi?

“Quello che ha detto Meloni rappresenta il pensiero di tutto centrodestra e Berlusconi è sicuramente il leader che meglio può rappresentare la cultura della coalizione al Quirinale. Ovviamente prima bisognerà vedere se davvero Berlusconi sarà disponibile a candidarsi”

C’è un’ altro nome che circola in queste ore tra i papabili per il Quirinale, quello dell’ex premier Giuliano Amato. Si tratta di un’ipotesi che la convince?

“È un mio giudizio personale, ma non mi sembra una persona che possa unire, anzi lo ritengo una figura un po’ troppo di parte”

Oltre al Quirinale, c’è anche un’altra polemica che riguarda i tempi relativi alla consegna della legge di Bilancio in parlamento, qualcosa di molto simile a quanto già accaduto in occasione della presentazione del Pnrr alle Camere.

“Partiamo dal presupposto che la legge di Bilancio è una delle leggi fondamentali delle attività parlamentari, e se non c’è nemmeno la possibilità di poterla discutere ed entrare nel merito delle questioni, allora diventa difficile anche per noi parlamentari riuscire a dare il nostro contributo. Questo purtroppo sta succedendo praticamente con tutti i decreti legge che sono stati approvati finora, in questo e nel governo precedente. Praticamente si tratta di un meccanismo che ha cambiato, di fatto, la struttura istituzionale del nostro Paese, e questo non è ammissibile”

In questi giorni si è tornati a parlare anche del Reddito di cittadinanza, una misura che sin dall’inizio ha sempre visto la vostra contrarietà. Secondo lei le modifiche annunciate nella bozza della legge di bilancio non sono sufficienti a migliorarlo?

“No, non servono a migliorarlo perché il problema è che ad essere sbagliata è la ratio del Reddito di cittadinanza. Era un provvedimento nato per creare nuovi posti di lavoro, cosa che non è assolutamente avvenuta, ma che invece ha innescato un meccanismo che ha favorito solo chi non voleva lavorare. Quelle risorse andavano date alle aziende, perché il lavoro non lo produce un decreto, ma le imprese e lo spirito imprenditoriale. Un’altra cosa invece è dare una mano dal punto di vista assistenziale a chi ne ha veramente bisogno, ma le due cose non possono e non devono essere confuse”