Come passeremo il Natale? La previsione del ministro Speranza

Sono 10 le provincie in cui l’incidenza ha superato il livello di allerta: tra queste, le città in cui ci sono state le manifestazioni No vax. 

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Il punto sull’emergenza Covid in Italia del ministro della Salute Roberto Speranza (Foto: Facebook)

Con l’avvicinarsi del mese di dicembre è tempo di pensare a come affrontare il secondo Natale in pandemia. Con la quarta ondata di contagi ci si chiede se arriveranno restrizioni da parte del Governo, ma il ministro della Salute Roberto Speranza ha un atteggiamento positivo: “Se i reparti ospedalieri tengono, non scatteranno misure – afferma in conferenza stanza – e sarà un Natale come gli altri prima del Covid”.

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Tuttavia non esclude peggioramenti della situazione e assume un atteggiamento prudente: “Se invece i ricoveri salgono, scatteranno le misure nei territorio, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio… con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di quattro a tavola”. A chi voglia partire per le vacanze natalizie, Speranza consiglia: “Io sono per le vacanze in Italia”. 

Sempre in conferenza stampa, il ministro afferma che per le regole “al momento non abbiamo pianificato nulla, non ci sono norme allo studio. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento”. 

Speranza: “La strategia dell’Italia ha funzionato, ma le regole resteranno”

Durante un intervista col Corriere della Sera, Speranza rivendica le politiche di contenimento del Sars-CoV-2 adottate dall’Italia: “La strategia ha funzionato. Vaccini, Green pass e mascherine, che non abbiamo tolto mai, ci hanno messo nella condizione di reggere meglio la quarta ondata”. E fa un paragone con l’Est Europa: “La Romania con meno di 20 milioni di abitanti è solo il 30% di vaccinati, fa 600 morti al giorno. La proporzionalità è evidente, più un Paese sale con i vaccini e più è protetto”.

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Tuttavia, anche in Italia restano le regole, afferma: “Al chiuso resta l’obbligo delle mascherine, non ho intenzione di toccarlo. E non si tocca l’uso robusto del green pass. I numeri sono dalla nostra parte, il modello adottato sta funzionando. Regole e strategia dunque non cambiano, ma ovviamente valuteremo”, dice ancora Speranza al Corriere della Sera. 

“Accelerare con terza dose e, appena possibile, vaccinare i 5-11enni”

Il Governo ha intenzione di accelerare con la terza dose e, appena possibile, avviare le vaccinazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni, da dicembre: “Non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia. Gli scienziati stanno dicendo che la dose di un terzo di Pfizer è efficace e sicura. Lavoreremo con i pediatri per tranquillizzare le famiglie”. L’obiettivo è arrivare a vaccinare almeno il 50% dei bambini di questa fascia di età.

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Per quanto riguarda la terza dose, al Corriere Speranza dice: “Stiamo spingendo, c’è una crescita forte”. Ed aggiunge: “Sabato abbiamo superato i due milioni e 44mila booster e segnato il record di 120mila terze dosi in un giorno, non sono pochissime. Questa settimana decideremo con gli scienziati di allargare ulteriori fasce di età”. 

L’appello di Speranza ai No vax: “Li invito a guardare le proporzioni tra numero dei vaccini e quello dei contagiati”

Ai No vax Speranza dice: “Li invito a osservare la proporzionalità straordinaria tra numero di vaccini e numero dei contagiati. C’è un lavoro massiccio di persuasione da fare su quel 12 o 13& di persone che sono No vax, hanno paura o sono difficili da contattare. Dobbiamo convincerli uno per uno. Ogni vaccino in più rende il nostro scudo più forte”. 

Le nuove cure sono “ulteriori strumenti, ma il vaccine resta fondamentale”

Sulle nuove pillole anti-Covid di Merck e Pfizer, sempre al Corriere della Sera, il ministro della Salute afferma che sono “ulteriori strumenti che possono aiutarci, ma non possono certo sostituire l’arma fondamentale che è il vaccino”. 

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Il tema vero restano le varianti, secondo Speranza, “la cosa che più preoccupa”

Sulle nuove varianti che potrebbero arrivare: “È il tema vero, la cosa che più ci preoccupa”. 

La situazione dei contagi in Italia: quali sono le zone a rischio

Intanto in tutta Italia tre regioni e una provincia autonoma stanno assistendo a una crescita dei contagi, mentre il livello dei 50 positivi ogni 100mila abitanti è stato superato in 13. Sono 10 le provincie in cui l’incidenza ha superato il livello di allerta: tra queste, le città in cui ci sono state le manifestazioni No vax. 

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L’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute ha registrato una ripresa dell’epidemia in tutta Italia e l’indice Rt è oltre quota 1. Gli ospedali però non sono pieni: “Tengono grazie alla vaccinazione. Abbiamo dati buoni, siamo all’86,5% di prime dosi somministrate. Avere una copertura alta fa sì che, a fronte di una nuova ondata, le terapie intensive abbiano un numero di ricoveri contenuto”, ha affermato Speranza.

Le regioni e Province autonome a rischio sono il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, la Calabria e Bolzano. La soglia dei 50 positivi ogni 50mila abitanti (uno dei parametri necessari per diventare zona gialla) è stata superata in 13 regioni su 21. Tuttavia gli altri due parametri (occupazione posti letto in area medica e terapie intensive), sono vicini alla soglia solo in quattro casi. 

Le tre Regioni con più alti tassi di vaccinazione, Umbria, Molise e Piemonte, sono anche quelle con ricoveri inferiori alla media rispetto al resto del Paese. 

Le province con i contagi in crescita sono invece 10. Quella più a rischio è Trieste, a seguire Bolzano, Rieti e Catania. Padova, a causa di 7 focolai è a quota 100, e in tutto il Veneto la ripresa dei contagi è alta, nonostante un alto tasso di vaccinati. Ci sono poi Siena, Gorizia, Siracusa, Forlì-Cesena, e La Spezia, dove si sono verificati focolai nelle Rsa e nelle scuole.