Scuola, la rabbia dei presidi per le norme anti-contagio, Giannelli (ANP): “Azioni concrete, o ci mobiliteremo”

Secondo la nuova circolare del Ministero, se l'Asl non può intervenire, spetta al dirigente scolastico individuare i "contatti scolastici" del caso positivo e prescrivere le misure necessarie.

Antonello Giannelli - Foto Facebook
Antonello Giannelli – Foto Facebook

Fino all’intervento dell’autorità sanitaria, nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo”, spetterà ai dirigenti scolastici informare i Dipartimenti di prevenzionedella presenza del caso positivo a scuola”, individuare “i contatti scolastici”, sospendere “temporaneamente le attività didattiche in presenza per i “contatti scolastici”, trasmettere a questi ultimi “le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal Dipartimento di Prevenzione” e segnalare “i contatti scolastici individuati”. Sono queste le nuove “indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico”, del protocollo elaborato dall’Istituto superiore della Sanità, dai dicasteri presieduti dai ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, accompagnato da una lettera firmata da Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione e da Jacopo Greco, capo dipartimento del Mi.

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Il documento prescrive in sostanza che, se l’Asl non può intervenire, il dirigente scolastico e il referente Covid dovranno individuare i contatti scolastici e prescrivere le misure necessarie. 

I contatti scolastici, come si legge nella circolare, sono “i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia; i compagni di classe del caso positivo (per la scuola primaria e secondaria”; il personale scolastico (educatori/insegnanti) che ha svolto attività in presenza per almeno 4 ore nello stesso ambiente del caso positivo”. 

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La circolare ha fatto infuriare i presidi, che ritengono di dover sopperire alle mancanze delle Asl, che di fatto spesso non riescono a intervenire tempestivamente. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi ha espresso non pochi dubbi in merito: “Prendiamo atto del supporto operativo fornito oggi dal Ministero dell’Istruzione per facilitare l’attuazione di adempimenti che, ribadiamo, non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici”.

Ed aggiunge: “Lo stesso Ministero tuttavia, non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravita della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di ricorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionale. Lo ripeto da mesi: molte sono le segreteria prive di DSGA e, talora, con assistenti amministrativi non effettivamente qualificati e mai come in questi momenti risalta la necessità di figure che possano supportare il dirigente scolastico nell’organizzazione delle attività”.

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Giannelli denuncia la mancanze degli strumenti necessari da parte delle scuole, per affrontare la situazione e il grosso sforzo che nonostante questo, i presidi stanno facendo: “Il nostro datore di lavoro non può esigere dai dirigenti delle scuole quanto finora da questi assicurato senza dotarli degli strumenti necessari e senza riconoscere il lavoro svolto con una retribuzione equa. I dirigenti scolastici non si sottrarranno neanche in questa circostanza a dare il loro contributo per l’interesse del Paese assumendosi anche responsabilità che competerebbero ad altri soggetti. Il Ministero deve però dimostrare l’attenzione che spetta ai suoi dirigenti: l’Anp chiede azioni concrete, in caso contrario la mobilitazione della categoria sarà inevitabile”.