
Ancora nessuna indicazione di un porto sicuro per la nave Sea Eye-4 dell’omonima ong tedesca, che nella notte tra mercoledì e giovedì insieme ad un’altra imbarcazione di soccorso, la Rise Above, ha salvato oltre 400 persone che si trovavano alla deriva su un natante di legno con lo scafo bucato in zona Sar maltese. A bordo della Sea Eye erano già presenti altre 400 persone recuperate in altre sette differenti operazioni di salvataggio, per un totale di circa 800 naufraghi. “L’equipaggio è motivato e le persone soccorse collaborano, ma stiamo davvero lavorando al limite delle nostre forze” è quanto hanno dichiarato i membri dell’ong.
La nave attualmente staziona di fronte le coste del Ragusano in attesa di un segnale da parte delle autorità italiane che ne autorizzi lo sbarco. Gli attivisti denunciano una situazione che va via via aggravandosi con il passare delle ore, visto l’enorme numero di persone che al momento hanno trovato riparo sull’imbarcazione. Tra gli 800 migranti salvati, già pesantemente provati da giorni di navigazione, 165 sono ragazzi e bambini, di cui 14 sotto i 4 anni. Ma la Sea Eye non è l’unica nave in attesa di istruzioni da parte del governo italiano, visto che anche la Ocean Viking di Sos Mediterranee, con 245 naufraghi a bordo, sta aspettando da due giorni che sia accordato un Pos.
Le reazioni della politica

Proprio ieri la ministra dell’Interno Luciana Lmorgese aveva lamentato la solitudine dell’Italia di fronte alla “costante pressione migratoria dal Nordafrica“, sottolineando come è giusto “che le persone vengano salvate, ma è ingiusto che siamo solo noi a farlo, perché non può essere un compito solo dei paesi di primo approdo”
A stretto giro è arrivata la replica di Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana che tramite un post su Facebook ha dichiarato: “No Ministra Lamorgese, non è vero. Non è lo Stato italiano a salvare i naufraghi del Mediterraneo da morte certa, ma le Ong. Con tutti i rischi e pericoli che questo comporta, con pochi mezzi e senza alcun guadagno. Per poi faticare giorni e giorni ad avere un porto sicuro, come prevede la legge che lei dovrebbe far rispettare. Lo stesso accade in queste ore a due navi con centinaia di naufraghi che devono essere portati sulla terraferma al più presto. E questo, Ministra, è compito delle autorità italiane e di questo governo”
Anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, oggi in visita ad Algeri, ha parlato della questione migratoria: “Purtroppo, l’Italia è ben consapevole della tragedia che il Mediterraneo sta vivendo da qualche anno a questa parte – ha detto il presidente della Repubblica- Il nostro Paese, con la sua cultura di accoglienza e di apertura verso il resto del mondo e verso il bacino del Mediterraneo, è sempre stato, ed è tuttora, fortemente impegnato nella salvaguardia della vita dei migranti in mare, messa in pericolo dalle reti della criminalità organizzata che sfruttano tragedie di individui e famiglie, compresi i bambini”.
I dati del ministero dell’Interno

Secondo i dati del ministero forniti dal ministero dell’Interno, dal 1 gennaio ad oggi sono 54.384 i migranti che hanno attraversato la rotta centrale del Mediterraneo, riuscendo cosi a raggiungere le coste dell’Italia meridionale, facendo registrare un +84% rispetto ai 29.569 che erano sbarcati nei primi dieci mesi del 2020. Le principali nazionalità dichiarate allo sbarco alle autorità competenti sono quella tunisina con 14.353 presenze, pari 26% del totale, seguita dal Bangladesh (12%) ed Egitto (11%), mentre si rileva una netta diminuzione degli arrivi provenienti da Algeria, Eritrea, Sudan e Marocco.
In aumento anche il numero dei minori non accompagnati che una volta sbarcati vengono presi in carico dalle istituzioni: ad oggi sono 7.823 i ragazzi e le ragazze minorenni che sono sbarcati da soli in Italia, +103% rispetto ai 3.851 che erano stati registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.
Da segnalare, purtroppo, anche l’incremento delle persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane. L’UNHCR infatti attraverso il suo database di tracciamento dei flussi migratori, riporta ad oggi 982 persone morte o disperse lungo la rotta centrale del Mediterraneo, registrando un +35% rispetto alle 729 vittime relative ai primi dieci mesi dello scorso anno.