Quirinale, a Berlusconi servono altri 54 voti per tentare l’impresa

Sarebbero poco più di una cinquantina i voti mancanti a Silvio Berlusconi per poter essere eletto come prima carica dello Stato. Nel centrosinistra l’ipotesi nemmeno viene presa in considerazione, ma tra centristi e renziani la partita è ancora tutta da giocare.

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Silvio Berlusconi (gettyimages)

In politica si sa che le cose possono cambiare molto rapidamente, al punto tale che ciò che prima era impensabile, persino impossibile da pronunciare senza essere oggetto di scherno o senza suscitare indignazione, poi col passare del tempo, a volte finisce col materializzarsi senza nemmeno essercene resi conto.

Numeri alla mano la possibilità di vedere Silvio Berlusconi al Quirinale è senza dubbio difficile, ma non impossibile. E non sarebbe nemmeno la prima volta per l’ex Cavaliere riuscire a smentire i pronostici della vigilia, come d’altronde ci ha abituato nei sui 27 anni di carriera politica.

Il calcolo è presto fatto: dando per scontato che si arrivi alla quarta votazione, in cui per essere eletto è sufficiente raggiungere la maggioranza semplice, Berlusconi può già contare su 451 voti provenienti da Forza Italia (127), Lega (197), Fratelli d’Italia (58), un blocco di centristi riconducibile all’ala totiana (31) e quelli del Movimento di Sgarbi (5), a cui bisogna sommare anche quelli dei delegati regionali (33). In questo modo per raggiungere la soglia dei 505 grandi elettori, mancherebbero solo 54 voti.

Ora, fermo restando che questi voti difficilmente potranno mai arrivare dal M5s o dal blocco di centrosinistra composto da Pd e Leu, ed escludendo dunque anche i grillini più ortodossi fuoriusciti dal Movimento e confluiti in Alternativa c’è, è evidente che il serbatoio da dove Berlusconi spera di ricavare i sostegni necessari è un altro.

Berlusconi e la sua corsa per il Quirinale

Silvio Berlusconi sulla pandemia
Silvio Berlusconi (via Getty images)

Innanzitutto c’è un fattore da tenere in considerazione, ovvero che l’elezione di Berlusconi a Presidente della Repubblica consentirebbe a Draghi di arrivare alla fine naturale legislatura prevista per il 2023; un elemento non da sottovalutare anche per molti deputati e senatori che, proprio in virtù del prossimo taglio dei parlamentari, sanno bene di rischiare di non essere rieletti.

Ecco allora che i gruppi da cui poter pescare ulteriori voti per l’ex Cavaliere sono principalmente due: quello del Misto, composto principalmente da centristi vari ed ex grillini (più moderati però rispetto ai toni antiberlusconiani del Movimento), e quello dei renziani che ad oggi conta 43 grandi elettori. Un’ipotesi forse difficile da realizzare, ma non da scartare a priori, a maggior ragione perché confermata anche da Paolo Romani, un veterano della politica, ex berlusconiano, ora con Toti, ed esperto conoscitore delle dinamiche parlamentari.

Anche se per quanto riguarda i rappresentanti di Italia Viva, la prima scelta indicata da Renzi per il Quirinale risponde al nome dell’ex Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ecco che a conti fatti l’ultimo grande sogno politico di Berlusconi potrebbe non essere solo una chimera. Per raggiungere questo traguardo però, oltre ad incastrarsi tutte le varie caselle, il fondatore di Forza Italia dovrà anche riuscire tenere a bada i suoi alleati sovranisti e cercare di accreditarsi ulteriormente come “leader moderato” di un centrodestra che però, ad ora, di centro e di moderato ha davvero ben poco.