
Questa settimana il Governo sarà chiamato a varare la legge di bilancio che riguarda le pensioni di oggi, il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse. Ma, come scrive il Corriere della Sera, la vera incognita è ciò che deciderà il sistema politico quando sarà terminata la transazione in uscita da Quota 100 nei prossimi anni.
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Nessuno dei partiti sta prendendo una posizione chiara per tornare a com’era prima che nel 2019, il governo formato da Movimento 5 Stelle e Lega inserisse l’ipotesi di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni e 38 di contributi, con pieni diritti previdenziali.
Ad oggi, solo il premier Mario Draghi si sta esponendo in merito insieme al suo team di tecnici con in quali sta progettando un sistema di pensioni verso la sostenibilità finanziaria, l’equità fra generazioni e un’economia alla quale non mancherà manodopera quando nel 2040, circa 6 milioni di persone non saranno più nel mondo del lavoro a causa del calo demografico.
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In questi giorni si lavorerà per fare in modo da non rendere necessaria un’altra transazione quando ci sarà un altro governo e anche da frenare l’espansione del reddito di cittadinanza. Per quest’ultimo nel 2021 è prevista una spesa tra gli 8,5 e i 9 miliardi di euro dal momento che ad agosto, rispetto all’anno scorso, sono aumentate del 5,7% le famiglie beneficiarie. L’analisi dei dati, come riporta il Corriere della Sera, rivela che probabilmente le frodi sono frequenti.
Per prevenirle, la legge di bilancio potrebbe dover stabilire più controlli a chi richiede il sussidio. Diventerà obbligatorio allegare alla domanda un certificato di residenza e si dovrà sottoscrivere la Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro di chi richiede il reddito e dei suoi familiari.