“A meno di dieci giorni dall’ultimo incidente mortale, torna alla ribalta della cronaca il monopattino elettrico e la sua pericolosità”. Secondo Christian Filippi, segretario nazionale della sezione autoscuole di Confarca (confederazione nazionale delle scuole guida), è urgente un intervento normativo per disciplinarne l’uso, “perché è come se gli utilizzatori non avessero alcuna percezione dei rischi che corrono”.
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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo incidente, stavolta avvenuto a Roma, che ha causato la morte di un trentaquattrenne di origini nigeriane, dopo uno scontro con un’autovettura guidata da un ragazzo italiano di diciannove anni. “Dalle prime ricostruzioni fornite dalla polizia locale, si può desumere un mancato rispetto delle precedenze da parte dell’utilizzatore del monopattino, in quanto l’automobilista sarebbe passato con il semaforo verde – spiega Filippi – Purtroppo a molti di quelli che utilizzano il monopattino elettrico manca la percezione del pericolo, la consapevolezza di essere “l’anello debole” della circolazione stradale”.
In Commissione Trasporti si sta valutando di accorpare le varie proposte di legge ed, entro la fine di settembre, di terminare il ciclo di audizioni. Tra le ipotesi, un corso obbligatorio per i non patentati, suddiviso in sei ore di teoria e due di guida pratica, oltre che l’obbligo del casco.
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“Un uomo sul monopattino è al pari dei pedoni – conclude Filippi – con la differenza che questi ultimi sono consapevoli di cosa rischiano. Ecco perché occorre formazione, attraverso un attestato di frequenza ad un corso di educazione stradale, e sicurezza, con i dispositivi di protezione individuale come il casco”.