
C’è anche il nome di Alessandro Barbero, storico e docente ordinario di Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, tra le firme a sostegno del documento pubblicato venerdì scorso e sottoscritto da numerosi professori universitari per dire no al Green pass obbligatorio negli atenei per docenti e studenti.
Nell’appello i firmatari (oltre trecento- ndr), dichiarano che l’adozione del certificato verde per poter sostenere lezioni ed esami sarebbe un provvedimento discriminatorio e anticostituzionale in quanto «suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi i diritti fondamentali», a partire da quello al lavoro e allo studio.
L’appello dei docenti No Green Pass e le parole di Barbero

Pochi giorni fa, proprio Barbero partecipando ad un dibattito organizzato dalla Fiom di Firenze aveva detto che «Un conto è dire “Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo”; io non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è farlo in modo ipocrita e utilizzando dei sotterfugi dicendo: “No, non c’è nessun obbligo, ma semplicemente, senza il Green pass non puoi più vivere, né prendere un treno, né andare all’università”.
Una posizione quella dello storico che non è esattamente la stessa degli altri firmatari del documento, come testimoniano le dichiarazioni del professor Paolo Gibilisco, docente di matematica all’Università di Tor Vergata: “Noi siamo contro l’obbligo vaccinale, e contro il Green pass proprio in quanto introduce l’obbligo in forma surrettizia”
“Molti tra noi hanno scelto liberamente di sottoporsi al vaccino anti-Covid– recita l’appello dei docenti- tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” per diversi motivi o “che hanno scelto di non essere vaccinate”».
Una scelta quella del Green pass che secondo i firmatari “comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere”.
La risposta della ministra dell’Università

A stretto giro è arrivata anche la replica da parte della Ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, che in un’intervista a Radio24 ha voluto rispondere all’appello dei docenti, invitandoli al confronto, ma ribadendo la necessità della misura oggetto della contestazione: «Bisogna pensare agli altri in questo momento e non a sé stessi. Capisco che uno possa pensare che questa sia una lesione della propria libertà individuale, ma esiste una libertà collettiva che in questo momento è più importante”
“Gli studiosi sono persone, hanno le loro opinioni e convinzioni che portano avanti, in genere, non tutti purtroppo ma la maggior parte, sulla base dello studio. Io li ascolto perché credo che serva sempre ascoltare, ma poi bisogna tenere ferma la barra e andare avanti».