
La Sicilia si appresta a tornare nelle restrizioni anti-Covid che verranno ufficializzate da lunedì con la zona gialla. Si parla di un “rischio moderato, ma con alta progressione di escalation nei prossimi 30 giorni” da quanto si legge nella bozza dell’Istituto Superiore di Sanità. Questa definizione quanto deve farci preoccupare?
“Purtroppo è l’effetto del turismo, delle riaperture e forse in qualche caso di un eccesso di disattenzione rispetto alle procedure di sicurezza e a questo nuovo “galateo” che ormai sappiamo come usare, anche se a volte ci abituiamo un po’ troppo al rischio. Tra l’altro parliamo di una regione dove c’è in combinazione anche una bassa quota di vaccinati e questo sicuramente non aiuta, anzi, è un elemento che deve far pensare ad un ulteriore sforzo di convincimento che il sistema sanitario regionale già sta facendo, proprio per arrivare a più persone possibile. Tutto ciò si potrà sistematizzare meglio nel momento in cui ci sarà un ritorno alle attività lavorative e a minor numero di turisti che arrivano, si contagiano e che possono determinare più facilmente la creazione di cluster e focolai”
Numeri alla mano, secondo lei era il caso di arrivare praticamente a settembre prima di reintrodurre delle limitazioni?
“Credo che ormai sia necessario del tempo per attuare in questo momento delle ulteriori restrizioni; vediamo come si evolverà la situazione. Ci sono ad esempio già quattro comuni che sono in zona arancione, quindi temo che nel prossimo futuro bisognerà arrivare a decisioni più chirurgiche, sartoriali, ma anche più stringenti rispetto a quelle attuali”
Riaperture e turismo tra le cause del peggioramento epidemiologico

Non sarà che l’esigenza del turismo ha forse dettato un po’ troppo le condizioni, anche più dei parametri sanitari da rispettare?
“Quella della riapertura è una scelta difficile, non c’è un manuale di gestione e abbiamo imparato che dobbiamo saper essere flessibili e adattarci all’andamento epidemiologico e alle varie situazioni. Di sicuro il turismo è stato un elemento facilitante per la diffusione e la ricrescita di un’onda che oggi è in fase decrescente, ma temiamo che con l’autunno si possa ripresentare di nuovo la problematica di un ulteriore colpo di coda, magari meno intenso, ma facilitato dalla riapertura delle scuole e dalle attività che si svolgono principalmente al chiuso, con sbalzi termici tipici della brutta stagione”
Tra l’altro i divieti saranno limitati solo all’uso della mascherina all’aperto e al tetto dei quattro commensali al tavolo dei ristoranti. Nessun coprifuoco, mentre cinema, teatri e musei resteranno aperti, seppur con gli attuali obblighi di sicurezza. Sarà sufficiente?
“Io credo che siano il primo step, ma dovremo avere ulteriori restrizioni da valutare rapidamente se la situazione dovesse peggiorare. Sono abbastanza ottimista che questa onda si stia riducendo, ma nel prossimo futuro dobbiamo attrezzarci per l’autunno ad un nuovo possibile colpo di coda”
La Sicilia maglia nera per numero di vaccinati in Italia

Tornando ai vaccini, più di un siciliano su tre non ha ancora ricevuto nemmeno la prima dose e non è vaccinato l’80% dei ricoverati, come ha evidenziato la stessa Regione. Il ritorno in zona gialla è anche una diretta conseguenza di questi numeri decisamente sotto la media nazionale?
“Il turismo certamente è stato un elemento importante, ma di sicuro anche questa bassissima quota di vaccinati ha facilitato la diffusione di forme pesanti di infezione, con la conseguenza di un impegno del servizio sanitario nazionale. Purtroppo in Sicilia ci sono stati anche dei problemi e delle denunce dovute ad alcune morti presunte da vaccino, poi non dimostrate correlate, che però hanno creato ancor di più dei dubbi sulla vaccinazione; dubbi che sono da superare con la massima possibilità di coinvolgimento e di informazione dei dati reali di sicurezza, opportunità e necessità, soprattutto se si è anche un po’ avanti con gli anni”
La responsabilità secondo lei è soltanto di una popolazione, quella siciliana, particolarmente spaventata nei confronti del vaccino, o forse ci sono responsabilità anche da parte dell’autorità sanitaria regionale?
“Io credo che i colleghi siciliani abbiano cercato di organizzare al meglio la struttura. Di sicuro il territorio molto disperso non facilita il tutto e forse, anche da parte loro, un’ulteriore attivazione per andare a raggiungere chi ancora non è vaccinato, con un approccio il più possibile personalizzato, aiuterà a migliorar e la situazione”
Dal monitoraggio settimanale dell’ Iss si apprende che ci sono 10 Regioni che al momento sarebbero in una situazione di “rischio moderato”. Quanto è davvero moderato questo rischio e, secondo lei, dobbiamo preoccuparci?
“L’Rt si sta abbassando, tant’è che ad oggi è a 1,01, in continuo miglioramento, al punto da farci pensare che questa onda estiva sia in una fase di lenta decrescita. Tuttavia temo che il ritorno della scuola, che sarà un momento critico, il peggioramento delle condizioni meteorologiche e il ritorno all’attività lavorativa a stretto contatto, ci riserveranno un’ulteriore colpo di coda che dipenderà solo da noi e dalla nostra capacita di far fronte, anche perché purtroppo dovremo convivere con il virus almeno per tutto il 2022 e forse anche in parte del 2023”