Caso Durigon, Verini (PD) a iNews24: “Situazione insostenibile, se non ha la decenza di dimettersi allora ci penserà la mozione di sfiducia”

Il deputato del Pd, Walter Verini, non ha dubbi sulla necessità di un passo indietro da parte del sottosegretario al Mef Claudio Durigon: “In un colpo solo ha offeso i valori antifascisti della Costituzione e minimizzato il ruolo di due eroi antimafia della nostra democrazia”. Sulla possibilità di una mozione di sfiducia nei confronti della ministra Lamorgese, paventata da Fdi, l’esponente Dem. esprime tutta la sua contrarietà: “Inaccettabile, è come voler sparare ai pompieri mentre cercano di spegnere l’incendio”

Walter Verini (foto da Twitter)

Non accennano a placarsi le polemiche relative al caso Durigon, tant’è che dopo le dimostrazioni di solidarietà dei giorni scorsi da parte di Salvini, qualcosa ora inizia a scricchiolare nella difesa d’ufficio del sottosegretario leghista. Lei come giudica la vicenda?

“Penso che Durigon fin qui abbia dimostrato uno scarsissimo senso dei valori della Costituzione su cui ha giurato. C’è ben poco da dire, se non ha il buonsenso e la decenza di dimettersi, allora vuol dire che non ha neppure alcun senso dello Stato. La sua uscita gravissima ha violato il giuramento che egli stesso ha fatto, quindi dovrebbe solo riconoscerlo, prenderne atto e togliere tutti da questa situazione che francamente è diventata insostenibile. Se non dovesse farlo, allora sarà opportuno che siano altri a pensarci e a togliergli l’incarico e le deleghe”

Secondo lei la Lega alla fine eviterà la mozione di sfiducia e farà in modo che il sottosegretario faccia un passo indietro?

La mozione di sfiducia è solo uno strumento per raggiungere un obiettivo. Se quell’obiettivo si raggiungesse anche solo con la presa d’atto dell’insostenibilità della situazione da parte del diretto interessato, a quel punto una volta risolto il problema, anche la mozione di sfiducia non sarebbe più necessaria. Stiamo parlando di un signore su cui sono emersi inquietanti rapporti di vicinanza elettorale con ambienti che nella zona di Latina sono contigui alla criminalità organizzata, oltre che di una persona che, in un colpo solo con la sua proposta, ha offeso la memoria e i valori antifascisti della Costituzione e minimizzato il ruolo di due eroi antimafia della nostra democrazia come Falcone e Borsellino. Davvero non capisco cosa altro dobbiamo attenderci se non le sue dimissioni, anche perché abbiamo già perso fin troppo tempo dietro a questa storia, per responsabilità di Durigon e della Lega”

Il ruolo di Palazzo Chigi e le pressioni del governo

Decreto Covid
Le parole del Presidente del Consiglio (Screenshot Youtube)

Non le sembra che in questo caso sia un po’ mancata una presa di posizione pubblica da parte di Draghi?

“Mah, il fatto stesso che da giorni, anche nella Lega si sia cominciato a prendere le distanze da Durigon, mi fa pensare che un’iniziativa esercitata da palazzo Chigi non possa essere così estranea a questo cambio di atteggiamento. Per quanto riguarda Draghi siamo tutti rimasti molto colpiti dalla frase che ha pronunciato il 25 aprile, quando disse che chi non combatté contro il fascismo, in qualche modo ne fu complice. Qui non sono in discussione il senso profondamente democratico e i valori antifascisti del Presidente del Consiglio, che sono indubbiamente inattaccabili, è Durigon che ha commesso un gesto gravissimo ed è lui che deve togliere da questa situazione insostenibile il governo, il parlamento e più in generale la politica italiana. Se questo non avverrà allora ci penserà la mozione di sfiducia

Da una mozione all’altra: dopo le solite polemiche estive sui flussi migratori e l’episodio del rave nel viterbese, anche Fdi ha iniziato a parlare di una mozione di sfiducia contro la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Come giudica questa ipotesi?

“Abbiamo un problema epocale che è quello degli sbarchi, e proprio per questo esiste un lavoro faticosissimo e incessante da parte del Governo per coinvolgere l’Europa attorno al tema dei flussi e della gestione di questo fenomeno. Ebbene, nonostante questo, mentre c’è anche da affrontare un altro grande dramma umanitario come quello dell’Afghanistan, persino in questo momento c’è chi spara sul ministro Lamorgese che con serietà, sobrietà e senza tweet dal Papeete si sta impegnando per cercare di risolvere questi problemi. In pratica è come se si sparasse ai pompieri mentre cercano di spegnere l’incendio, lo trovo davvero gravissimo”

La concorrenza tra Meloni e Salvini

Caso Gregoretti Salvini
Meloni e Salvini (Getty Images)

C’è chi dice che in qualche modo Fdi con questa mossa stia cercando soprattutto di stanare la Lega sulle sue contraddizioni al governo, lei che ne pensa?

“Certo, c’è un’evidente concorrenza spietata e quotidiana tra Salvini e Meloni, che si gioca anche sui migranti e su chi alza il tiro di più per meri motivi elettoralistici e di crescita nei sondaggi. Il problema è che questa concorrenza interna alla destra pesa e rischia di danneggiare anche il governo e il Paese. Se si può capire, e comunque non si può giustificare, l’atteggiamento di una forza di opposizione come Fdi, ancora meno si può comprendere e accettare questo atteggiamento da parte di una forza di governo come la Lega”

In queste ultime ore c’è stata anche una polemica interna al Pd per la presenza annunciata alla festa dell’unità di Bologna del deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, di cui molti non hanno dimenticato la sua foto vestito da SS, con tanto di croce uncinata al braccio. Sull’accaduto alla fine è dovuto intervenire il segretario nazionale Enrico Letta che ha poi ritirato l’invito. Può spiegarci cosa è accaduto, si è trattato di un cortocircuito interno oppure la voglia di confronto stavolta, forse, si è spinta un po’ oltre?

“Per la verità anche io sono molto contento che il segretario nazionale abbia deciso di ritirare quell’invito, anche perché parliamo di una persona (Bignami-ndr) che non ha nulla a che fare con i nostri valori e con quelli della festa dell’Unità. Detto questo, una volta che il problema è stato risolto, dobbiamo anche fare un po’di chiarezza sulla vicenda: non è che gli organizzatori avevano invitato Bignami, ma era stato deciso di fare un dibattito politico sulle riforme con tutte le forze parlamentari, ed è stata Fratelli d’Italia a delegare questo signore a partecipare al confronto in questione. Tutti ricordiamo la sua uscita camuffato da nazista, qualcosa di inaccettabile e vergognoso senza dubbio, però dico anche che tenere dentro delle persone che civettano con il neonazismo, così come con movimenti come Casa Pound e Forza nuova, dovrebbe essere un problema anche per un partito come Fratelli d’Italia.