L’Autorità per la privacy boccia la possibilità per i dirigenti scolastici di stilare elenchi di docenti no vax, a rischio l’anno scolastico
Nessun elenco che contenga dati sanitari personali del personale scolastico potrà essere stilato prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Il Garante della privacy ha bocciato la richiesta avanzata dai dirigenti scolastici per snellire i controlli quotidiani all’entrata degli istituti scolastici.
Il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi, paventa il rischio caos: “se le scuole devono controllare tutti i giorni i certificati di docenti e personale rischiamo che si inizi a mezzogiorno”.
A pochi giorni dalla campanella d’inizio dell’anno scolastico c’è ancora incertezza sui controlli. Rusconi precisa: “La scuola è fatta per formare gli studenti. Non possiamo essere accomunati ad albergatori e ristoratori. Altrimenti la scuola abdica al suo ruolo di ente di formazione”.
Elenchi in mano ad Asl e Regioni
La proposta avanzata dal presidente dell’Anp di Roma è semplice: “inviare alle Asl l’elenco del personale della scuola con codice fiscale e la regione darà indicazioni su chi ha il green pass o meno”.
Manca solo un mese dal rientro a scuola, ma già dai primi giorni di settembre gli istituti dovranno riaprire le porte per consentire corsi ed esami di riparazione: “Il Garante della privacy sostiene che le scuole possono solo controllare i dati ma non conservarli o avere un registro. Speriamo si trovi al più presto un accordo. Ci sono presidi con le mani nei capelli perché non sanno come fare”, conclude Rusconi.
La replica dell’Authority per la privacy
Il presidente dell’Authority per la privacy, Pasquale Stanzione, in un’intervista a Repubblica ribadisce che i dirigenti scolastici non potranno avere le liste dei prof no vax: “Non è consentita la verifica diretta delle scelte vaccinali e della condizione sanitaria da parte dei dirigenti scolastici: devono limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida”, sostiene Stanzione.
Il problema non dovrebbe porsi per gli studenti delle scuole primarie, in quanto dal 2017 per loro c’è l’obbligo vaccinale per frequentare la scuola e gli elenchi degli iscritti sono normalmente trasmessi alle Asl.
Il Tar del Lazio rigetta il ricorso anti-green pass
Il Tar del Lazio ha invece rigettato per ‘inammissibilità’ il ricorso presentato da alcuni dipendenti scolastici contro il decreto del 6 agosto che impone l’obbligo di green pass per entrare negli istituti.
Allo stesso modo resta immutata la direttiva per cui la mancata esibizione del lasciapassare vaccinale deve essere considerata assenza ingiustificata e portare alla sospensione senza stipendio a partire dal quinto giorno.