Svolta nelle cure domiciliari: Regioni e Stato hanno raggiunto un’intesa per uniformare e potenziare il livello di assistenza a casa. È sempre stato uno dei servizi sanitari meno efficienti, ma il problema è diventato più importante nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia Covid-19. Le convenzioni agli “enti erogatori” dovranno essere assegnate in base a requisiti di qualità ed equità in tutta Italia.
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Ministro Speranza: “4 miliardi per assistenza pubblica e trattamenti in casa”

“Con l’intesa si compie un passo fondamentale per ricostruire la sanità di domani. Con i fondi del Pnrr investiamo 4 miliardi di euro, per portare l’assistenza pubblica e i trattamenti più appropriati in casa – ha spiegato il ministro alla Salute Roberto Speranza – Il nuovo sistema di autorizzazione e accreditamento approvato fissa requisiti elevati ed omogenei per tutti i soggetti che erogano tali servizi e garantirà cure con standard avanzati e della medesima qualità su tutto il territorio nazionale. Saremo in grado – ha concluso – di curare meglio le persone, evitando il ricorso all’ospedale quando non è necessario e utilizzando al meglio le risorse”.
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Giorgio Trizzino, Gruppo misto: “Il paziente sceglierà l’ente che preferisce”
Come riporta il Corriere della Sera, Giorgio Trizzino, deputato del Gruppo Misto, ha parlato di riforma. Ha predisposto l’emendamento alla legge 502, proponendo questa riforma e anche aprendo la strada ai privati: “Sarà il paziente a scegliere l’ente che preferisce, così come sceglie l’ospedale dove farsi ricoverare. Attualmente non esiste un regime di accreditamento per le cure domiciliari. Si va dalle piccole cooperative, i cui team si limitano a fare medicazioni, a nuclei di cura capaci di prendere in carico il paziente nel vero senso della parola e prevenire ricovero in ospedale”.

In questo modo sia il malato che tutto il mondo della sanità avrebbero un vantaggio. Un letto in ospedale infatti, come riporta il Corriere, costa in media 600 euro contro i 60 del servizio domiciliare. La riforma prevede, oltre ai 4 miliari, altri 4 per potenziare la telemedicina per monitorare il paziente a distanza.