
Al termine del primo semestre del 2021, i dati del Ministero dell’Interno relativi agli sbarchi sulle coste italiane confermano il trend in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Analizzando i numeri del Viminale infatti, dal 1 gennaio al 2 luglio 2021, sono 20.854 i migranti che hanno attraversato la rotta centrale del Mediterraneo, riuscendo così a raggiungere le coste dell’Italia meridionale e registrando un +185% rispetto ai 7.313 migranti che erano sbarcati nel primo semestre del 2020.
Le principali nazionalità dichiarate allo sbarco alle autorità competenti sono: Bangladesh (16%), Tunisia (14%), Costa d’Avorio (8%), Egitto (8%) ed Eritrea (6%), mentre si registra un calo degli arrivi provenienti da Algeria, Sudan e Marocco.
In costante aumento anche il numero dei minori non accompagnati che, una volta sbarcati, vengono presi in carico dalle istituzioni: ad oggi sono 3.527 i ragazzi e le ragazze minorenni che sono sbarcati da soli in Italia, +250% rispetto ai 1.004 che erano stati registrati nello stesso periodo dell’anno precedente (dal 1 gennaio al 30 giugno)
Triplicati i morti in mare, mercoledì l’ultimo naufragio

Cresce purtroppo anche il numero di quanti hanno perso la vita tentando la traversata verso l’Europa. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), attraverso il suo database di tracciamento dei flussi migratori, riporta ad oggi 677 persone morte o disperse lungo la rotta centrale del Mediterraneo, un numero tre volte superiore rispetto alle 249 vittime registrate nei primi sei mesi dello scorso anno.
L’ultimo naufragio, appena due giorni fa, a poche miglia da Lampedusa, in cui hanno perso la vita almeno sette persone, tutte donne di cui una incinta, mentre i dispersi sarebbero una decina, tra cui cinque bambini. L’imbarcazione con a bordo circa 60 persone, si sarebbe capovolta durante un operazione di soccorso a 5 miglia da Lampedusa. Altri 46 naufraghi sono stati salvati anche grazie all’intervento della Guardia di Finanza
Dopo questa ennesima tragedia, il sindaco di Lampedusa, Toto Martello, si è sfogato con i cronisti presenti sull’isola, rimproverando l’inerzia del governo nella gestione del fenomeno migratorio: “Non si vuole prendere coscienza di quello che succede nel Mediterraneo, non vale a nulla la solidarietà che adesso ci arriverà. Non si può continuare con la logica di una continua emergenza, ma bisogna affrontare il fenomeno con un approccio differente, libero dalle speculazioni della contrapposizione politica, incentrato sulla vera tutela dei diritti umani. E bisogna farlo subito, perché mentre la politica continua a discutere la gente muore in mare“
Le violenze della Guardia costiera libica

Nel frattempo proprio ieri l’ong tedesca Seawatch, ha pubblicato un video, ripreso dal suo veivolo di ricognizione Sea-Bird, che mostra una delle motovedette della Guardia Costiera libica tentare più volte lo speronamento di un gommone carico di migranti, dopo aver sparato anche delle raffiche di mitra verso l’imbarcazione. L’incidente avvenuto in Sar maltese ha suscitato molte polemiche, anche perché la motovedetta in questione, la Ras Jadir è proprio uno dei quattro mezzi donati dall’Italia alla Libia nel 2017.
Le reazioni non si sono fatte attendere: “Mi auguro che dopo queste terribili immagini i colleghi di PD e M5s annunceranno che voteranno contro questi criminali, quando il decreto di per rifinanziare questa missione arriverà in Parlamento– ha scritto su Facebook il portavoce di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni– Di fronte a prove così evidenti e agghiaccianti, di un vero e proprio atto di pirateria contro ogni norma internazionale, non ci possono essere né giustificazioni né ringraziamenti”
Ancora più duro l’europarlamentare del Partito Democratico e medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, che sempre tramite Facebook ha dichiarato: “Questa è la cosiddetta guardia costiera libica, che paghiamo per ammazzare le persone”