Garantire cure, farmaci e percorsi diagnostici a chi non può permettersi di pagare per ricevere cure mediche. Questa l’idea alla base del ticket sospeso, promosso a Frattamaggiore (provincia di Napoli) dai medici Luigi Costanzo, Luigi e Franco Del Prete. Il concetto è quello dell’ormai celeberrimo caffè sospeso napoletano: lasciare un caffè pagato alla cassa per qualcuno che verrà dopo, di cui non conosceremo mai nome e cognome.
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Un piccolo gesto solidale che, trasposto sulle cure mediche, diventa possibilità di garantire il diritto alla salute anche a chi non può permettersi di sostenere i costi degli esami medici negli istituti convenzionati. Ai microfoni di iNews24.it, il dottor Luigi Costanzo spiega il procedimento: “Abbiamo deciso, come medici, di non percepire il costo di alcune prestazioni professionali a pagamento, come il rilascio di certificati di invalidità o per l’iscrizione alla palestra. Diciamo alla persona che usufruisce di questo servizio: noi non vogliamo nulla. Tu, se vuoi e puoi, metti quanto ritieni opportuno in questa cassa di comunità.”
“Stare vicini alle persone più fragili, soprattutto in periodo di pandemia”

L’obiettivo è appunto quello di impiegare questi soldi come donazione nei confronti di chi non può permettersi le cure. Il dottor Costanzo, assieme ai suoi due colleghi dello studio medico associato, conserva anche una rendicontazione trimestrale che riporta, dettagliatamente, entrate e uscite: “Siamo arrivati a circa 8mila 300 Euro di entrate a fronte di circa 7mila Euro di donazioni. In questo momento, in cassa, ci sono 1140 Euro.” Il progetto del ticket sospeso è in piedi ormai da due anni: ma la pandemia lo ha reso quanto mai attuale: “Prima erano soprattutto degli amici extracomunitari e immigrati a usufruire del servizio. Oggi, con la crisi economica indotta dal covid, sono tante le famiglie italiane che si sono rivolte a noi per avere una mano.”
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“La nostra è un’idea di comunità – conclude Costanzo – perché parliamo di una comunità, per l’appunto, di persone che hanno fatto quadrato intorno ai più fragili. Pensiamo solo al fatto che oggi, a donare, non sono solo coloro che usufruiscono dei nostri servizi professionali: ma anche persone che donano una cifra mensile senza chiedere nulla in cambio, fosse anche solo un Euro.” L’iniziativa nasce anche per sopperire all’esaurimento dei fondi pubblici per la sanità. Praticamente ogni anno, in Campania, i fondi con cui la Regione copre i costi degli esami diagnostici negli istituti convenzionati si esauriscono verso metà anno, proprio in concomitanza con l’estate. Da quel momento in poi, chi vorrà effettuare un esame – senza attendere i tempi molto spesso biblici degli ospedali – dovrà pagare di tasca propria (escluse, ovviamente, alcune categorie esenti).