Vauro a iNews24: “Il mio giubilo è che la destra non potrà più dire: e allora i Marò?”

Il vignettista satirico, Vauro Senesi, si discosta dalle celebrazioni per la chiusura dei procedimenti penali che vedevano convolti i marò Girone e Latorre: “Due nostri militari hanno sparato a due poveri pescatori, mi pare eccessivo chiamarli eroi”. Critico anche nei confronti della presa di posizione univoca da parte delle istituzioni: “Questa è una politica connotata da un conformismo a dir poco soffocante”

Vauro Senesi (da Facebook)

Ieri la Corte Suprema indiana ha ordinato la chiusura di tutti i procedimenti giudiziari a carico dei due fucilieri della Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, coinvolti nella morte di due pescatori a largo delle coste del Kerala nel 2012. In Italia la notizia è stata accolta con giubilo sia dalla stampa che dalla politica, lei la ritiene una narrazione fedele al reale svolgimento della vicenda?

“Mi sembra proprio di no, perché non possiamo dimenticarci che in questa storia, purtroppo, ci sono anche due pescatori che sono morti. Ricordo allora il presidente Napolitano che addirittura arrivò a definire i due marò ‘eroi’. Ora, qui non si vuole augurare la galera a nessuno, per carità, ma che due nostri militari che sparano a due poveri pescatori vengano celebrati in questo modo, francamente a me pare un po’ eccessivo. Il mio unico motivo di giubilo, a dir la verità, è che verrà a mancare  un grosso argomento alla destra italiana, perché non potranno più dire la famosa frase: ‘E allora i marò?”   

Eppure la reazioni della politica sono state praticamente unanimi: da FDI alla Lega, passando per Forza Italia e il M5s. Persino il Pd con il segretario Enrico Letta ha dichiarato: “Era una notizia che aspettavamo da tempo. Bene, finalmente!”

“Ormai, purtroppo, non mi stupisco più. Ricordo che solo poche settimane fa Enrico Letta era in piazza insieme a Salvini a manifestare solidarietà al governo israeliano, con tanto di bandiera dello stato di Israele. Qui mi sembra che di sinistra ormai, nel senso culturale, inteso come capacità di critica e di analisi del presente, ci sia rimasto davvero ben poco. Questa è una politica totalmente connotata da un conformismo a dir poco soffocante

Le responsabilità della politica nella vicenda

I due fucilieri della Marina (marò) Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (foto © Ansa).
I due fucilieri della Marina (marò) Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (foto © Ansa).

Le mogli dei due militari coinvolti nella vicenda hanno denunciato una sorta di abbandono da parte dello Stato, dicendo di essere state in questi anni “carne da macello per la politica italiana” e che i due militari sarebbero stati “sacrificati alla sottomissione indiana”

“Io credo che le persone abbandonate siano altre, anche in questo Paese. Penso alla povertà assoluta che è aumenta in questi ultimi mesi, penso ai giovani che sono costretti a lasciare l’Italia, perché questo Stato non fa niente per loro e gli nega la possibilità di un futuro. Io davvero questa doppia morale del vittimismo a senso unico sinceramente non la posso approvare. Tra l’altro, abbiamo pagato un risarcimento e la storia è finita là, quando ci sarebbero invece delle responsabilità politiche, e quelle sì che andrebbero perseguite”

Per esempio?

“Se non ricordo male, questi marò erano a guardia di un cargo privato a causa di una legge voluta da Ignazio La Russa, e non avevano neanche tutte le coperture giuridiche sufficienti. Poi non si capisce per quale motivo l’esercito italiano, tanto amato da questi patrioti, debba fare da bodyguard alle navi o agli interessi dei privati”

E i familiari dei pescatori rimasti uccisi invece? Risarcimento a parte, in Italia la politica non ha mai parlato molto di loro.

“Non mi stupisce affatto. Purtroppo nella concezione di quel bieco conformismo di cui parlavo prima, ci sono delle vite che non contano niente. È stato così per i pescatori, come per le loro famiglie”

Oltre al giubilo per la chiusura del procedimento, sarebbe stato più consono da parte delle istituzioni chiedere pubblicamente scusa ai familiari delle vittime?

“Non solo non c’è stata nessuna scusa, ma li abbiamo anche offesi chiamando ‘eroi’ coloro che hanno ucciso i loro mariti, padri e parenti. Eppure dovrebbe essere il buonsenso a farcelo capire”