
La questione sociale continua a tenere banco nel Paese, sia ieri che oggi ci sono state forti proteste a Roma e la tensione continua a salire.
“È evidente come queste siano le conseguenze di una crisi che iniziamo a percepire adesso, ma che purtroppo pagheremo a lungo. Le proteste sono comprensibili, perché imprenditori e partite iva hanno constatato direttamente sui loro conti correnti il peso di questa crisi. L’arrivo delle misure di sostegno, che devono assolutamente essere integrate perché non sono adeguate alle perdite accumulate, non può più bastare. Il miglior sostegno economico è il lavoro e noi stiamo lavorando affinché la ripartenza non sia più frenata in maniera ideologica e slegata dalla realtà. Abbiamo la necessità di riaprire dove possibile e di ascoltare questa gente”
A propositi di chiusure ideologiche, Salvini proprio oggi ha detto di temere che “qualcuno voglia fare un’opera di riequilibrio economico su alcune categorie”. Con chi ce l’aveva in particolare?
“Si riferiva in generale al modello culturale e sociologico del cittadino che sta a casa, percepisce l’ equivalente del reddito di cittadinanza e consuma attraverso dei bisogni indotti da grande piattaforme multinazionali. È un sistema da regime comunista che non ci appartiene, noi vogliamo che i cittadini siano liberi di circolare e di fare impresa, e vivere in un Paese dove il metro di paragone è la meritocrazia, non l’assistenzialismo”
Speranza e le accuse a Salvini

Il ministro Speranza riferendosi a Salvini ha definito “incomprensibile l’atteggiamento di chi sta al governo e si comporta come se fosse all’opposizione”, aggiungendo anche che tutto ciò sarebbe fatto “con l’obiettivo di raccattare qualche voto” sulle difficoltà della gente.
“Qui non si raccattano voti, ma si ascoltano e si raccolgono le istanze del territorio e le esigenze di chi vuole ripartire e di chi, con il lavoro e le tasse, vuole rimettere in piedi l’architettura del Paese. Se avessimo voluto solo racimolare consensi, probabilmente avremmo scelto di stare all’opposizione”
La Lega continua a ripetere che in alcune zone, dove è possibile, è necessario riaprire già da domani. Dove per esempio?
“Ci sono zone, come quella della provincia autonoma di Trento, dove hanno giudicato che riaprire le attività all’aperto fosse meno pericolo che ammassare gente sui mezzi pubblici, questo può essere un primo passo per ripartire. Ci sono regioni, penso alla Lombardia, che già da oggi iniziano ad avere numeri da zona gialla e quindi se la scienza ce lo conferma, è giusto correre in quella direzione. La stessa Sardegna, da quanto riferisce la regione, sembra che abbia avuto più danni con la zona arancione che non con la zona bianca”
Siete fiduciosi quindi di riuscire a convincere anche il ministro Speranza?
“Il capo del governo è Draghi, non Speranza, e nel momento in cui anche il presidente del Consiglio dice che la miglior forma di sostegno alla ripresa è la riapertura, allora vuol dire che parla il nostro stesso linguaggio. Tra l’altro, alcune inchieste giornalistiche che sono tuttora in corso sembrano dimostrare che alcuni pasticci nelle relazioni scientifiche siano stati effettivamente fatti, con il ritiro e la correzione di alcuni report”