Covid: un anno di chiusure. Le voci dei commercianti: “Siamo in ginocchio, ora riapriremo comunque”

Oltre 50 miliardi di fatturato persi in un anno; un milione di Euro al giorno che vanno in fumo; migliaia di piccole e medie imprese che rischiano di chiudere per sempre. Questi i numeri da cui parte la manifestazione indetta da Confesercenti Campania in piazza del Plebiscito, a Napoli. Centinaia di persone si sono date appuntamento sotto la prefettura: negozianti, commercianti, ristoratori, liberi professionisti, ambulanti, operatori del turismo, della moda, del settore alberghiero.

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I manifestanti sono scesi in piazza con 15 croci, ognuna a simboleggiare un fattore di morte per imprese in un momento così critico: Irpef, Tari, tasse in genere, ma anche la criminalità organizzata. Sono in molti, infatti, i piccoli commercianti che rischiano di cadere preda dell’usura, come ricorda uno dei manifestanti ai nostri microfoni: “Qui ormai non funziona più niente. Tranne la camorra: quella funziona benissimo. E questo è un dramma nel dramma.”

Barbieri e parrucchieri annunciano battaglia: “Domani riapriremo lo stesso”

Tra le categorie più agguerrite quella del settore cura alla persona, con barbieri, parrucchieri e centri estetici ormai chiusi da oltre un mese in Campania, dato che la regione è zona rossa da ben prima di Pasqua. Alcuni di loro, presenti in piazza, si sono dati appuntamento per riaprire comunque, a prescindere da ciò che verrà deciso dal governo in materia di politiche sanitarie di contrasto al covid: “Questo è il vero modo di protestare – incalza il proprietario di un negozio di barbiere – stare qui, sotto i palazzi, è inutile.”