La sentenza della Corte di Cassazione ha previsto l’aumento dell’importo riguardante la pensione d’invalidità: tutti i dettagli
Grazie alla sentenza numero 152 della Corte di Cassazione, la pensione d’invalidità subirà un aumento dell’importo ed inoltre sarà allargata la platea di beneficiari. L’aumento si potrà ricevere già a partire da 18 anni e non più dai 60.
Nel dettaglio, la pensione oscillerà dai 286 euro al mese e fino ad un massimo di 651. L’aumento verrà riconosciuto per tredici mensilità.
La legge è entrata in vigore dal 20 luglio e quindi non di prevede la retroattività dell’aumento, ma è possibile chiedere gli arretrati da tale dati in poi.
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Pensione d’invalidità, a chi spetta l’aumento
Agli invalidi civili spetta nel 2021, di base, un assegno mensile di 287,09 euro con un reddito annuo uguale o inferiore a 16.982,49 euro.
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L’incremento prevede che ci siano diversi requisiti. In primis, il reddito personale non dev’essere superiore a 8.469,63 euro se il beneficiario non è coniugato. Al contrario, sommato a quello del coniuge, non dev’essere superiore a 14.447,42 euro.
Per gli aventi diritto, è previsto il riconoscimento degli arretrati a partire dal 20 luglio 2020. Chi ha più di 60 anni, invece, potrà chiedere arretrati fino a 5 anni. Questo perché, per tale fascia di età, la norma era già in vigore.
Uno stralcio della sentenza
“Il requisito anagrafico fino ad ora previsto dalla legge è irragionevole in quanto le minorazioni psico-fisiche, tali da comportare l’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i 18 anni – si legge – ed i 59, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende a monte da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento”.