Covid e tasse, a rischio chiusura il teatro fondato da Massimo Troisi: “Non ce la facciamo più”

Undici mesi di chiusura (e chissà quanti altri) a causa della pandemia; le utenze e i fitti che vanno comunque pagati e, soprattutto, le imposte comunali che hanno raggiunto cifre enormi. Queste, in estrema sintesi, le ragioni per cui il Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano potrebbe chiudere per sempre.

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Non parliamo di un luogo qualunque, ma di uno spazio teatrale fondato nel 1972 da Massimo Troisi in quello che era il suo paese natale e riconosciuto, dalla Regione Campania, come luogo di interesse culturale nazionale. Oggi, a gestire il Centro Teatro Spazio, è l’associazione “Uno Spazio per il Teatro” diretta da Vincenzo Borrelli, regista, drammaturgo, formatore e attore.

Quasi 2000 Euro di Tari dopo 11 mesi di chiusura: “Se non volete valorizzarci, almeno non ci affossate”

La firma di Massimo Troisi sullo statuto di fondazione del teatro

Ed è proprio Borrelli, ai microfoni di iNews24.it, che spiega la situazione: “Questo è un luogo storico, che andrebbe tutelato e valorizzato. Il Comune di San Giorgio a Cremano – dopo un anno di chiusura – ci invia una tassa della spazzatura pari a 1.919 Euro, nonostante ci abbiano rassicurato più volte sul fatto che non fosse dovuta. In quanto questo teatro è, appunto, luogo di interesse culturale nazionale. Questa è la goccia che può provocare la definitiva chiusura di questo spazio.”

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Alle parole di Borrelli fanno eco quelle di Cristina Ammendola, vicepresidente dell’associazione: “Noi non vogliamo beneficenza da nessuno, rivendichiamo solo quello che è un nostro diritto. Ma in 11 mesi di chiusura quanta spazzatura possiamo aver mai prodotto in un teatro che conta 70 posti? Allora: se proprio non volete valorizzarci almeno non ci affossate. E non vi riempite la bocca dicendo che questa è la città di Massimo Troisi: perché questa è solo la città dell’apparenza.”