Scuole chiuse almeno fino al 14 marzo, con un milione di studenti – dalle scuole elementari alle superiori – che tornano in Dad. L’ordinanza della Regione Campania firmata dal presidente Vincenzo De Luca il 27 febbraio, torna a introdurre restrizioni molto severe nei confronti della scuola, in virtù del quadro epidemiologico in progressivo peggioramento su tutto il territorio a causa della cosiddetta “variante inglese” del coronavirus.
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I genitori del movimento No-Dad annunciano però battaglia. Dopo due giornate simboliche di disconnessione da tutti i dispositivi elettronici, con lezioni all’aperto auto-organizzate nei parchi di Napoli, arriva la manifestazione di piazza. A Largo Berlinguer, dove iNews24.it è presente con telecamere e microfoni, i No-Dad chiedono che “arrivi al governo il grido di dolore dei bambini e dei ragazzi della Campania, che ormai da un anno non vanno più a scuola.”
Poi l’attacco al presidente: “De Luca ritiene evidentemente che i genitori campani non lavorino o che siano in grado di lasciare il proprio impiego per assecondare le scelte settimanali della Regione se non dei singoli Comuni, che ormai chiudono le scuole in via preventiva, anche con zero o un contagio.” Oltre alle ordinanze di De Luca, è però il quadro nazionale a essere ulteriormente cambiato. Dal 6 marzo, infatti, le scuole di ogni ordine e grado chiuderanno per effetto del nuovo Dpcm in tutte le zone rosse d’Italia, fra cui anche la Campania.
D’altro canto, la Regione ribatte – all’interno dell’ordinanza – che “la diffusione della variante inglese del virus presso le fasce più giovani della popolazione” presenta “gravissimi rischi di propagazione negli ambienti familiari degli studenti.” L’obiettivo è quello di “assicurare l’efficacia della campagna vaccinale in corso per il mondo della scuola, salvaguardando il personale docente e non docente dalle infezioni in classe, per il tempo occorrente ad effettuare la vaccinazione secondo il calendario previsto”.