Le varianti inglese e brasiliana del Covid sono state individuate per la prima volta nelle acque di scarico italiane: la ricerca condotta dall’Iss.
Sono state individuate per la prima volta nelle acque di scarico italiane le varianti inglese e brasiliana del SARS-CoV-2. Il risultato è emerso da una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Puglia e della Basilicata. Grazie a questo studio si è potuto dimostrare che i reflui urbani possono essere utili per conoscere la circolazione delle varianti nei centri urbani.
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Covid, dove sono stati raccolti i campioni con tracce di varianti
“I nostri risultati – ha spiegato Luca Lucentini, direttore del Reparto Qualità dell’Acqua e Salute – confermano le potenzialità della wastewater based epidemiology, non solo per lo studio dei trend epidemici, come già dimostrato in precedenti nostre ricerche e ormai consolidato nella letteratura scientifica, ma anche per esplorare la variabilità genetica del virus”. A fargli eco è stata Lucia Bonadonna, direttrice del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss, che ha sottolineato: “Le prospettive sono promettenti, in particolare se pensiamo che la sorveglianza sui reflui è applicata in diversi paesi europei, anche se non ancora per la ricerca delle varianti”.
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Le varianti inglese e brasiliana sono state individuate in reflui raccolti a Perugia dal 5 all’8 febbraio, mentre quella spagnola è stata rintracciata a seguito di campioni raccolti da impianti di depurazione a Guardiagrele, in Abruzzo, dal 21 al 26 gennaio.
💧TROVATE VARIANTI #COVID19 NELLE ACQUE DI SCARICO
🔬La ricerca #ISS, prima in assoluto in Italia, ha individuato in campioni di acque reflue, grazie al sequenziamento del gene S, la presenza di mutazioni tipiche di varianti UK e brasiliana🔍Notizia 👇https://t.co/qsRPHXtiXt pic.twitter.com/ShyypUD710
— Istituto Superiore di Sanità (@istsupsan) February 25, 2021