Bella e perduta. A parlare di Napoli viene in mente il titolo di questo documentario del 2015, non a caso ambientato proprio in Campania. Una città il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1995, con le sue chiese, i suoi palazzi nobiliari, i decumani e i castelli che cingono tutt’oggi il percorso delle antiche mura.
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Un centro storico che, al contempo, cade letteralmente a pezzi. A gennaio 2020 l’ultimo grave crollo: parte della facciata della chiesa del Rosariello, alle porte del popolare Rione Sanità, viene giù assieme a uno stabile attiguo. Tutto di proprietà del Comune, come documentato sul posto dalle telecamere di Inews24.it. A metà febbraio sono crollati alcuni cornicioni in via Duomo, strada dove nel giugno 2019 un uomo di 66 anni morì sulla soglia del suo negozio proprio a causa di alcune pietre staccatesi dal quinto piano di uno stabile.
I fondi Unesco per la riqualificazione: messi a disposizione ma mai spesi
Fare l’elenco di quella che è ordinaria incuria e triste abbandono richiederebbe forse un libro. Eppure, proprio perché sito protetto dall’Unesco, il centro storico di Napoli ha beneficiato di una serie di finanziamenti per riqualificare chiese, strade, aree monumentali. Gli ultimi fondi risalgono al Por Campania Fesr 2014-2020, con 100 milioni di Euro di investimenti europei da spendere per la rinascita del centro antico.
Di questi soldi non è stato speso quasi nulla: al 18 aprile 2019 risalgono gli ultimi dati ufficiali forniti dal Comune di Napoli, che parlano di una spesa di circa 15 milioni su 100. Entro il 2023 è fissata la deadline europea per la rendicontazione. Si rischia di ripetere lo stesso copione della precedente programmazione, quella Por Campania Fesr 2007-2013, quando i ritardi nell’attuazione dei restauri costrinse a “rinviare” sulla programmazione successiva.
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Nel frattempo, il centro storico di Napoli giace in un sostanziale immobilismo. “Delle 500 chiese presenti nel tessuto urbano, circa la metà sono inagibili”, dichiara ai nostri microfoni Antonio Pariante, presidente del Comitato di Portosalvo, che da anni denuncia come il centro della Neapolis greco-romana viva quotidianamente il rischio di sgretolarsi sotto i nostri occhi. Il nostro tour lungo l’abbandono, dal Rione Sanità a Forcella, passando per la centralissima via dei Tribunali, testimonia come uno dei siti Unesco più famosi e affascinanti al mondo sia ben lontano dai pubblicizzati progetti di riqualificazione.