Vaccino Covid, dosi ad amministratori Rsa di Biella: si indaga per truffa

Vaccino Covid, dosi ad amministratori Rsa di Biella: si indaga per truffa. Alcuni avrebbero usufruito del farmaco pur non essendo tra le categorie indicate

Vaccino Covid
Vaccino Covid, dosi ad amministratori Rsa di Biella: si indaga per truffa (Foto: Getty)

Purtroppo la somministrazione del vaccino prosegue tra alti e bassi in Italia come nel resto d’Europa. Le difficoltà nelle consegne da parte di Pfizer, Moderna e AstraZeneca, stanno compromettendo le scadenze della campagna di immunizzazione. Gli altri farmaci, tra cui il Sinovac cinese e lo Sputnik russo, sono ancora in attesa del via libera definito da parte dell’EMA. Alle problematiche logistiche, però, si aggiungono come al solito le scorciatoie interne che qualcuno prova a intraprendere per abbreviare l’attesa. I “furbetti del vaccino” come sono stati ribattezzati, sono saliti nuovamente alla ribalta delle cronache. Questa volta si tratta di alcuni casi a Biella, dove amministratori di Rsa avrebbero ottenuto l’iniezione senza averne diritto. Il farmaco è riservato in questa fase solo a personale sanitario e persone anziane delle case di riposo. Tuttavia i carabinieri del Nas hanno sequestrato gli elenchi delle Asl e alcune persone sarebbero indagate per truffa allo Stato. Tra questi ci sarebbero appunto alcuni amministratori di Rsa.

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Vaccino Covid, dosi ad amministratori Rsa di Biella: i carabinieri indagano per truffa allo Stato

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Vaccino Covid, dosi ad amministratori Rsa di Biella: si indaga per truffa (Foto: Getty)

Le persone che sono finite nel mirino dell’indagine dei carabinieri sarebbero circa un centinaio. Fra questi presunti “furbetti del vaccino” ci sarebbero gli amministratori di alcune case di riposo che non avevano diritto alla vaccinazione. Con loro potrebbero essere coinvolti anche alcuni lavoratori delle cooperative che operano all’interno delle Rsa e dell’ospedale. Un giro allargato per fornire le dosi consegnate a persone che non facevano parte delle categorie designate per la copertura immunizzante. In Emilia Romagna alcune iniezioni erano state inoculate a parenti e amici di alcuni medici nel mese di gennaio. Purtroppo il caso di Biella non è il primo di tale genere nel nostro Paese.