Fedeli (PD) a iNews24: “Superare eccessiva personalizzazione su Conte, meriti di tutto il governo”

L’ex Ministro dell’Istruzione e attuale senatrice del PD, Valeria Fedeli, auspica che il parlamento accolga l’invito del governo a costruire le basi per una maggioranza in grado di arrivare a fine legislatura: “Non si tratta di trovare i numeri per andare avanti, ma di dare risposte efficaci al Paese”. Nessun dubbio invece sulla responsabilità politica della crisi: “Quella di Renzi è una scelta incomprensibile”

 

Sono giorni frenetici per le forze di  maggioranza impegnate a cercare  i numeri necessari alla prosecuzione dell’esperienza di governo; domani e martedì il presidente Giuseppe Conte andrà alla Camera e al Senato a chiedere la fiducia, in un clima che al momento sembra essere di totale incertezza sul futuro dell’esecutivo. Che idea si è fatta di questa crisi ?

“Non posso che condividere l‘analisi molto seria, approfondita e politicamente oggettiva che ha fatto il segretario Nicola Zingaretti nella sua relazione di questa mattina alla direzione nazionale del Pd. Siamo in una situazione figlia di una scelta che è incomprensibile per gran parte dei cittadini, per gli elettori e persino per molte cancellerie europee”

Ma non c’era davvero modo di evitare la rottura con Renzi?

“Il Pd ha lavorato incessantemente fino all’ultimo minuto per evitare questo strappo, così come le altre forze della coalizione, ma la responsabilità politica di questa crisi è da attribuire alla scelta di Renzi di ritirare i suoi ministri dalla squadra di governo. Un errore politico molto grave, che rischia di gettare il Paese in una crisi al buio”

Il voto di fiducia e la conta dei numeri al Senato

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Governo (Foto: Getty)

Quali saranno i prossimi passi in attesa del voto di fiducia?

“È assolutamente necessario, sia per cultura politica che per prassi istituzionale, parlamentarizzare la crisi. In questo senso, l’appello del Pd  al parlamento ha come obiettivo quello di determinare la fase politica che dovremo affrontare, portando avanti i temi fondamentali per il futuro del Paese: dal confronto in parlamento a quello con le forze economiche e sociali sul Recovery Plan, fino al potenziamento del piano di vaccinazione. Dobbiamo rimettere in moto il Paese dal punto di vista dell’innovazione, della crescita economica e mettendo al centro politiche di investimento”

Ma al Senato i numeri per poter proseguire l’esperienza di governo ci sono davvero?

“Il problema non è cercare i numeri per tirare avanti in parlamento, sarebbe sbagliato e riduttivo. Il punto è come le forze liberali e democratiche sceglieranno di esprimersi in una fase così importante e decisiva, e se decideranno di assumersi l’impegno di  portare avanti le politiche che servono al Paese. Nei prossimi giorni dovremo votare anche lo scostamento di bilancio, oltre ad un nuovo “piano ristori”; si tratta di un momento storico in cui la responsabilità verso il Paese dovrebbe essere l’asse portante delle forze politiche”

Se questi cosiddetti costruttori però non si dovessero trovare, quali scenari si sente di prefigurare come più probabili?

“Se non ci saranno i numeri, sarà il Presidente della Repubblica che deciderà come andare avanti. Personalmente voglio continuare a credere che i parlamentari sentano e comprendano fino in fondo la responsabilità di dover dare delle risposte efficaci al Paese in un momento come questo”

Il nodo del premier e lo spettro di un ritorno alle urne

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Giuseppe Conte (Getty Images)

Secondo lei possono esserci dei nomi alternativi a Conte per la formazione di un nuovo governo, o la figura dell’attuale  premier resta imprescindibile per le forze della coalizione?

“Credo che sia giunto il momento di superare questa personalizzazione eccessiva, che è ormai diventata un dramma per la qualità politica della classe dirigente. Al di fuori di Conte, questo è un governo che ha affrontato la fase inedita della pandemia, che è riuscito a negoziare in modo serio in Europa per il Recovery Plan, riportando l’Italia in una dimensione di autorevolezza e credibilità nella costruzione delle nuove politiche europee. Non è questione di “Conte sì o Conte no”, è tutto il Governo ad aver ottenuto questi risultati”

E se invece alla fine, nonostante non se lo auguri nessuno, (almeno nel centrosinistra-ndr) si tornasse al voto?

 “Non voglio pensarci, anche perché l’incognita del voto esiste sempre. Quello che oggi mi interessa è invece poter continuare a costruire le condizioni per governare al meglio questo Paese ed affrontare le sfide fondamentali che sono all’ordine del giorno”